LECCE – Ci sono figure che attraversano il tempo restando sempre un passo avanti al presente. Francesco Saverio Dòdaro (1930-2018) è stato una di queste: poeta, teorico, scrittore e operatore culturale che ha trasformato il Salento in un laboratorio internazionale di sperimentazione verbo-visiva. A pochi anni dalla sua scomparsa, e in occasione dell’uscita della prima edizione (Ottobre 2025), arriva “Khorale per F. S. Dòdaro”, un volume monumentale curato da Francesco Aprile, edito da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno (Collana Universo Salento a cura di Angelo Sconosciuto).
Il libro verrà presentato ufficialmente in prima nazionale venerdì 29 novembre alle ore 18:30 presso gli spazi del WeLab (Viale della Libertà, 89) a Lecce. Un evento che non sarà una semplice commemorazione, ma un dialogo vivo sull’eredità di un pensiero che ha teorizzato l’arte come “linguaggio del lutto” e tentativo di rifondare l’unità perduta col battito materno.
“Khorale” non è una biografia, è un atto d’amore collettivo. Il curatore Francesco Aprile ha riunito in queste pagine una vera e propria “chiamata alle arti”, raccogliendo testimonianze critiche e opere creative — sia letterarie che visive — di autori che hanno incrociato il cammino di Dòdaro. Tra le firme spiccano giganti della poesia visiva e della sperimentazione come Lamberto Pignotti, Julien Blaine, Ruggero Maggi, Fernando Miglietta, Luciano Caruso, Luc Fierens e Bartolomé Ferrando. Il volume ripercorre l’intera parabola creativa di Dòdaro: dalle prime combustioni pittoriche del 1954 (anticipando Burri) , alla fondazione del movimento di Arte Genetica nel 1976 , fino alle rivoluzionarie teorie sulla genesi del linguaggio e alle sperimentazioni della New Page.
La serata al WeLab sarà un’occasione per immergersi nella “bottega” di questo intellettuale che amava definirsi “colpevole solo di purezza”. A dialogare con il curatore saranno l’editore Stefano Donno, il poeta Elio Coriano e Diego Dantes. Insieme, esploreranno le pieghe di un volume che documenta come Dòdaro abbia saputo dialogare con le linee portanti della ricerca internazionale , trasformando Lecce in un crocevia di culture, dal “Sottano” agli incontri con Hrand Nazariantz, fino alle corrispondenze con l’Europa più inquieta.
Al centro del dibattito tornerà la visione di Dòdaro: l’idea che il ritmo del linguaggio umano sia impresso dal battito del cuore materno ascoltato in età fetale. Una visione che ha scardinato i confini tra parola e immagine, creando romanzi da muro, scritture per schermi e “diapoesitive”.




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