“Una certezza, finalmente, c’è: la fonte dei miasmi che appestano l’aria in zona masseria Trapanà – fra Surbo, Lecce e Trepuzzi – è l’impianto di biogas ispezionato il 26 settembre scorso dai tecnici dell’Arpa Puglia. Dall’audizione di ieri in Commissione Ambiente, convocata su mia richiesta, è emerso che sono state rilevate 8 violazioni e sono state predisposte prescrizioni molto stringenti sull’impianto, ancora incontestate: mancata segnalazione della tipologia di biomasse stoccate nelle trincee; nessuna copertura delle biomasse stoccate (soprattutto sansa); piazzale di manovra in cattive condizioni di pulizia
nell’area di alimentazione dei digestori; stoccaggio di urea in sacchi senza riparo dagli agenti atmosferici; area di scarico del digestato solido esposta al vento; mancata indicazione del tipo di digestato trasportato; presenza di umidità lungo tutta la circonferenza delle due vasche di stoccaggio del digestato liquido; mancata impermeabilizzazione della pavimentazione delle vasche di stoccaggio e dell’area di transito degli automezzi. Ma c’è di più: in un terreno adiacente all’impianto è stata constatata la presenza di fumi derivanti dalla combustione di materiali sversati, ed è stato richiesto al proprietario del suolo di svolgere accertamenti sulle matrici ambientali.
Un quadro che non solo identifica in maniera precisa l’origine dei miasmi, ma conferma le preoccupazioni per l’ambiente e la salute che agitano i residenti della zona e i turisti che soggiornano nelle strutture ricettive. Preoccupazioni legittime, che mi hanno spinto a chiedere quest’audizione per sviscerare il problema, condividendo la mozione presentata a giugno scorso dai consiglieri di minoranza del Comune di Surbo, per impegnare sindaco e giunta ad allertare gli organi competenti su questa emergenza. Analoga mozione è stata presentata al Comune di Lecce, ma è stata bocciata. Un errore clamoroso, che ha portato ad ignorare per ragioni politiche un problema grave, non solo per le molestie olfattive ma anche per i rischi d’inquinamento confermati dalla relazione Arpa.
Alla luce degli esiti del sopralluogo del 26 settembre compiuti dall’Agenzia, dovrà essere rivista l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Provincia Lecce a marzo 2023.
L’Arpa nel fine settimana scorso ha notificato ai soggetti interessati l’elenco delle violazioni riscontrate, ed ora spetta a loro diffidare l’azienda a mettersi in regola. Il problema non è solo la protezione delle aree di lavorazione e stoccaggio, ma lo sversamento di sostanze potenzialmente nocive ed eventuali dispersioni del digestato.
La Asl di Lecce, nella precedente audizione di una settimana fa, ci ha detto che non ha elementi per poter dare risposte su eventuali rischi per la salute, ma alla luce della relazione Arpa ho chiesto ad Arpa di intensificare i controlli per verificare eventuali elementi inquinanti, in particolar modo per ipotesi di infiltrazioni nelle falde acquifere. E ho chiesto ad Arpa anche controlli specifici sui terreni in agro di Lecce perché, a causa della cattiva condotta del Comune, non è mai stata fatta richiesta ufficiale, a differenza del Comune di Surbo. Perché, se è vero che è stata identificata una responsabilità, è vero anche che non ci sono ancora elementi che rassicurino la popolazione sui rischi ambientali e per la salute, e dunque bisogna valutare se ci sono le condizioni per chiedere una sospensione dell’impianto”.
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