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“Eccellenze e meritocrazia: un’associazione per Raffaele Baldassarre”

“Ne abbiamo bisogno. Oggi più che mai. La politica, quella bella, arcaica, totalizzante, impetuosa nel suo furore romantico, tragica e solenne, è l’unico rimedio al provincialismo culturale a cui questo territorio sembra essere destinato. “ZòonPolitikòn” decretò il suscettibile Aristotele. Associarsi e “utilizzare” la memoria sono gli unici strumenti che l’uomo ha a disposizione per non sfiorire nella mediocrità. Nel nulla cosmico.

La notizia della costituzione dell’Associazione culturale “Raffaele Baldassarre”, in loving memory del politico galantuomo, è un lume dantesco, utile a illuminare la lunga notte che pontifica sulla politica locale e nazionale. Per farla breve: l’associazione ha una funzione, una missione tutt’altro che vaga o puramente commemorativa. Sotto l’egida dei valori cattolici e liberali, attraverso il ricordo di Raffaele, l’Associazione intende “riconoscere e valorizzare l’eccellenza negli ambiti accademici e professionali; incentivare la cultura della meritocrazia e del rispetto delle regole, premiare, inlinea con l’articolo 34 della Costituzione, i capaci e i meritevoli privi di mezzi, contribuendoin vario modo affinché perfezionino il percorso di studio e specializzazione, sostenere percorsi di cittadinanza attiva e responsabile”. E ancora, come prosegue il comunicato ufficiale, “stimolare una visione corretta di meritocrazia, premiando la virtù,il talento e la tenacia di quanti, con impegno e costanza, si distinguono nello studio e nellaricerca nelle materie giuridiche, economiche e sociali, ed in particolare nel campo delle istituzioni comunitarie per rafforzare il legame culturale tra i singoli Paesi e gli Organismi comunitari diffondendo una cultura europeista, nel campo del diritto pubblico, del diritto dellavoro e sindacale, delle relazioni industriali, del welfare”.

Forse, non siamo più abituati a maneggiare parole come merito, virtù, talento, cultura industriale, nuove elaborazioni giuridiche, spazio europeo, welfare. Forse non siamo più capaci di misurarci con le sfide imposte dalla modernità. Il nichilismo e l’automatismo rendono “superate” le conquiste plurisecolari dell’umanesimo continentale, mutano la radice popolare e dialettica della politica e quella dei rami della sovrastruttura. Così l’inconsistenza materiale della transizione digitale sostituisce la consistenza immateriale del vecchio mondo. Ergo, i principi enunciati nello statuto dell’associazione possono apparireparole lontane, orizzonti irraggiungibili, un verso omerico, eroico nel suo anacronismo. Ma è proprio il coraggio nel fissare obiettivi di tale portata, a fare dell’Associazione “Raffaele Baldassarre” un mezzo necessario per estirpare il dilettantismo, la mediocrità che dilaga nello spazio abbandonato dalle culture politiche di riferimento e dalle strutture sindacali; un antidoto utile alla tutela del sogno europeo, al processo di “coscientizzazione” e di formazione della società civile. Già, l’Europa è cittadinanza, civiltà, inno alla gioia, impasto di storia e diritto, ragione di vita e di resurrezione, non solo “ordinaria amministrazione del presente”. La politica è realismo, concretezza. Proprio per questo, l’Associazione ha già avviato una serie di attività, tra cui l’indizione di un concorso- premio finalizzato all’attribuzione di borse di studio per tirocini retribuiti al Parlamento Europeo. Tra i partners che hanno già approvato l’iniziativa  citiamo il Corso di Laurea in Manager del Turismo dell’Università del Salento e il Corso di Laurea di Scienze Turistiche dell’Università della Calabria.

Insomma, si tratta di concretizzare le idee del politico galantuomo, mediante un lungo percorso che dovrebbe entusiasmare le forze politiche e sociali innervate nel tessuto locale e nazionale.  Ancora, è fondamentale erigere cattedrali nel deserto, emancipare i prigionieri platonianinella caverna, riscoprire la politica come consapevolezza della propria vita e di un destino comune. Come scrisse Heinrich Heine, i nostri padri riuscivano a costruire mirabili edifici perché avevano convinzioni, mentre noi non abbiamo altro che opinioni, e per creare un’eredità serve qualcosa di più che un’opinione.

Donat Cattin docet e riassume: “il coraggio della politica, la necessità continua dello studio, dell’analisi e del confronto aperto”. Bagliori che convergono in un’unica stella polare, a cui Raffaele non ha mai rinunciato. Gli uomini e le donne di buona volontà seguiranno il suo esempio.