
L’amarezza di questo lungo weekend, dove tutti attendevano che il Lecce desse un colpo di acceleratore nella lotta alla promozione diretta, si taglia a fette. I giallorossi sono psicologicamente a terra, è inutile negarlo, dopo le due sconfitte consecutive rimediate in quattro giorni e adesso possono solo sperare in un passo falso delle due contendenti alla promozione diretta, Salernitana e Monza, per alimentare ancora il sogno di A senza passare per gli “spareggi”.
Il Lecce ha dunque fatto harakiri, ma, in primo luogo, bisogna ammettere che in queste due partite alla squadra salentina non è girato nulla per il verso giusto. E’ stato punito in entrambe le gare alla minima disattenzione e non ha concretizzato la grande mole offensiva prodotta. C’è da dire, però, che la squadra di Corini ha vissuto di troppe fasi alterne. Il secondo tempo contro il Cittadella e il primo tempo contro il Monza hanno mostrato il palese peso mentale di cui i giallorossi si erano caricati durante la pausa forzata del torneo e che li ha affossati nei momenti clou delle due partite. Il Lecce è dovuto andar sotto a Monza, prima di farsi vedere con pericolosità nell’area avversaria alla fine della prima frazione. Nel secondo tempo, poi, ha dovuto rischiare il secondo gol ad inizio ripresa (vedere l’occasione da rete fallita in modo clamoroso da Boateng che era incredibilmente solo in area) prima di reagire, giocando un ottimo calcio per più di mezz’ora e sfiorando più volte il gol del pareggio.
A conti fatti, il pareggio contro i brianzoli probabilmente avrebbe acuito ancora di più il rammarico per le occasioni buttate al vento durante il torneo. Si pensi, infatti, che il Lecce ha perso punti con cinque delle ultime sei della classifica (solo contro la Reggiana ha vinto in entrambi i confronti), e questo ha fatto in modo che la gara di Monza risultasse decisiva per le ambizioni di promozione diretta. Il percorso dei giallorossi in tutto il campionato è stato contraddistinto da momenti di esaltazione totale, dove si pensava che si sarebbe potuto vincere sempre con punteggi elevati, e da momenti dove le prestazioni sono state decisamente brutte al punto che avevano portato il club ad occupare delle posizioni in classifica ai margini della zona playoff.
Il Lecce non meritava il nono o l’ottavo posto in quei mesi così difficili, ma forse non era pronto per occupare la seconda casella della classifica nell’ultima parte di stagione regolare, visto che non ha retto alla pressione di dover vincere a tutti i costi. Questa squadra ha sfornato le sue migliori prestazioni dopo il deludente pareggio interno contro l’Entella, quando ha iniziato a giocare con il sorriso e senza l’assillo di dover per forza vincere il campionato senza playoff. I concomitanti passi falsi delle avversarie lo hanno catapultato al secondo posto, ma probabilmente non c’era la maturità giusta per conservare una posizione di classifica così elevata. Di sicuro il tecnico Corini in questi mesi ha dato serenità al gruppo, nel quale molti avevano bisogno di riprendersi dalla retrocessione, ma non ha saputo infondere quella sicurezza mentale che avrebbe permesso di essere continui nel corso della stagione.
In questo momento, però, è inutile ripensare a tutti i punti persi e, anche, agli errori arbitrali (alcuni clamorosi) che hanno condizionato questo cammino e concentrarsi sul futuro prossimo. C’è prima di tutto da blindare almeno la quarta piazza per evitare un turno in più nei playoff e poi sperare in qualche passo falso di chi è davanti. Il campionato sarà anche pazzo, ma fino ad ora questa pazzia non ha portato bene ai giallorossi. La squadra deve prendere consapevolezza che può vincere contro chiunque, ma solo se attua un atteggiamento mentale positivo e non ha timore di fallire. E qui entra in campo la società che sta facendo un grande lavoro non solo per il presente, ma anche con uno sguardo ai prossimi anni. I dirigenti hanno pianificato un programma triennale per fare in modo che Corini non possa avere alibi nel suo obiettivo di riportare il Lecce in A e in questi giorni faranno capire al gruppo che non ci deve essere pressione su di loro.
Di questo sono consapevoli anche i tifosi che, temprati da sei anni di C, non ci metteranno molto a mandare in archivio l’amarezza delle due sconfitte consecutive per pensare ad un Lecce che è ancora in lotta per la A e che, al di là di come andrà a finire il campionato, ha davanti a sé un futuro roseo.
Facebook
Instagram
RSS