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Lecce, sconfitta e crisi vera. I tifosi chiedono l’esonero di D’Aversa

Sconfitta pesante del Lecce che si fa battere tra le mura amiche dal Verona dell’ex Baroni per 1 a 0. Adesso è crisi vera per i giallorossi che sembrano l’ombra di quei grintosi ragazzi che avevano fatto parlare di loro a settembre. La squadra sembra disposta male in campo e non si vede mai lucidità nelle azioni offensive. Un solo gol in partite, per di più realizzato in modo fortunoso dal dischetto, è l’emblema di una squadra alla deriva.

Per questo match importantissimo. D’Aversa non sorprende con gli undici titolari dove trova spazio l’annunciato Gonzalez per l’infortunato Kaba. Torna dal primo minuto anche Oudin per dare pericolosità ai calci piazzati in una partita condizionata dal forte vento. Il Lecce sceglie nel primo tempo di giocarci a favore, ma in questa frazione i giallorossi non ci provano quasi mai da fuori area. È invece il Verona a segnare alla prima vera occasione da rete e proprio con una conclusione dalla distanza. È il minuto 17 e Folorunsho ha troppo spazio sulla trequarti con il solo Baschirotto che prova a sbarrargli la strada. Ne esce un tiro deviato dal centrale che fa cambiare radicalmente direzione al rasoterra che si insacca all’angolino alla destra di un incolpevole Falcone.

Il Lecce subisce il colpo del gol subito e tarda a reagire. Poco prima della rete ospite ci aveva provato Banda dopo un lancio lungo di Falcone, approfittando di un errore della difesa, ma il suo tiro poco forte era stato parato da Montipò. Lo stesso Banda ci prova anche dopo il 20’ con un tiro che viene deviato in angolo con un braccio. Per Chiffi è rigore, ma il Var richiama il direttore di gara in quanto il braccio è molto vicino al corpo. Sfuma così la possibilità del pareggio che i giallorossi provano a raggiungere per tutta la frazione.

Il Lecce è confusionario nel gioco e solo quando riesce a superare con lanci lunghi il pressing messo in atto da Baroni, riesce a creare qualche grattacapo ai veneti. Le occasioni non mancano ma sono comunque frutto di casualità più che di un piano di gioco ben definito. Ci prova Oudin con un tiro cross alla mezz’ora, ma la sua conclusione è parata bene dal portiere che viene salvato dalla traversa su di un tiro a giro di Almqvist due minuti dopo. Per il giocatore svedese è l’unico lampo in un primo tempo in ombra.

Prima dell’intervallo ci prova Krstovic di testa ma la palla è centrale e Montipò respinge, poi i giallorossi collezionano solo tanti calci d’angolo che non portano a nulla. Alla fine del tempo tanti fischi per una squadra involuta nel gioco e che è messa male in campo, non arrivando mai sulle seconde palle, dove invece giganteggia il Verona.

Nel secondo tempo D’Aversa al quarto d’ora ci prova con la seconda punta inserendo Piccoli per Almqvist, ma né il suo ingresso né quello degli altri in panchina cambia l’esito di un match giocato male. Nella ripresa il Lecce non ha tirato neppure una volta nello specchio. Il coro contro D’Aversa (espulso al termine del match per un battibecco con Henry) partito dalla curva nord è eloquente del clima pesante nell’ambiente come quello contro la squadra al termine della gara.

Questa sconfitta è il punto più basso di una gestione nata benissimo, ma che da fine settembre sta avendo un calo evidente non solo in termini di risultati. La società cambierà guida tecnica oppure sarà ancora cieca davanti a questa pericolosa involuzione? Il Lecce oggi non ha fatto gioco, si è solo rifugiata nei lanci lunghi che non hanno sortito alcunché. Inoltre a gennaio non è arrivato nessuno che migliorasse il problema a centrocampo dove non ci sono elementi che possano realmente fare la differenza. A Salerno ci dovrà essere una riscossa in termini di gioco e risultati, ma davvero questa squadra può invertire la rotta senza un nuovo allenatore?

 

Photogallery a cura di Andrea Stella