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Fondi in ritardo per lo Stadio, Salvemini a Sticchi Damiani: “Non è colpa nostra”

LECCE Si è riacutizzata nelle ultime ore la polemica a distanza sul restyling del Via del Mare con il Presidente Sticchi Damiani che, dalle colonne del Nuovo Quotidiano di Puglia, ha ribadito la sua contrarietà ai tempi lunghi della politica per erogare i fondi destinati allo stadio cittadino. Sono fondi indispensabili per la sua fruizione in occasione dei Giochi del Mediterraneo 2026 per i quali il presidente del Lecce ha invitato tutte le istituzioni, in particolare Regione Puglia e Comune, a fare in fretta.

La kermesse sportiva, infatti, è stata assegnata a Taranto con un budget del Governo che si aggira intorno ai 150 milioni. Di questi ben 13 dovrebbero andare allo stadio intitolato ad Ettore Giardiniero, ma questa cifra non è ancora arrivata, bloccando di fatto qualsiasi altro intervento privato a supporto di un miglioramento sostanziale dell’impianto. Un ritardo, inoltre, che ha costretto il Lecce a utilizzare le proprie risorse per il rifacimento della parte superiore della tribuna est, ad oggi fruibile solo in minima parte.

Peraltro, non è la prima volta che il massimo esponente della società giallorossa manifesta contrarietà rispetto alle lungaggini burocratiche. Era già accaduto a fine gennaio quando – intervenendo ad un incontro riguardante proprio i Giochi – Sticchi Damiani aveva espresso il malcontento del gruppo di soci che rappresenta e aveva dichiarato di aver deciso di mettere mano al portafoglio per l’ultima volta. Anche perché – ebbe a dire in quella occasione – la somma stanziata negli anni per il Via del Mare ha costretto la società giallorossa a non investire denaro in un progetto per una struttura sportiva di proprietà, dove far allenare le formazioni giovanili.

Oggi però il suo grido di allarme è stato ascoltato dal sindaco Carlo Salvemini che ha voluto far chiarezza sulla situazione. «Condivido la preoccupazione del Presidente Sticchi Damiani sulle incertezze che registriamo per l’investimento sullo stadio previsto per i giochi del Mediterraneo del 2026», afferma il primo cittadino leccese. «Ad oggi il Comune di Lecce – che è individuato come soggetto attuatore dei lavori previsti – non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale di assegnazione di risorse. Senza questo passaggio non è possibile avviare alcun formale procedimento.»

In pratica il Comune si chiama fuori da ogni polemica però fa capire alla società giallorossa che gli interventi alla Tribuna Est sarebbero dovuti partire a prescindere dal budget che arriverà per i Giochi, visto che erano previsti già nella concessione decennale sottoscritta dal Comune e dalla Unione Sportiva. «L’Unione Sportiva Lecce si è impegnata ad eseguire tutte le opere di manutenzione straordinaria con lavori stimati in 6.400.000 di euro di cui oltre 3.5 già investiti nel 2019. Le spese sostenute per la tribuna est, quindi, sono quelle programmate dalla stessa società e dalla stessa già messe a budget al momento della presentazione del piano economico finanziario».

Parole chiare quelle pronunciate da Salvemini per ricordare alla società giallorossa gli impegni presi nel documento di concessione. Ma è del tutto evidente che la lentezza della politica, a tutti i livelli, ha penalizzato una società che, con risorse limitate, ha catapultato il Lecce dall’inferno della C a posizioni importanti in Serie A. La lentezza burocratica costringe oggi il club a ristrutturare uno stadio vecchio con dei soldi, che sarebbero serviti tantissimo per rinforzare la rosa o, appunto, per creare delle strutture all’avanguardia per il settore giovanile, quando invece questi fondi si potevano prendere dal budget dei Giochi di Taranto.

Salvemini, ad ogni buon conto, non chiude tutte le porte lasciando aperto uno spiraglio: “In caso di necessità – ha detto in buona sostanza – si potrà anche ripensare ad una rimodulazione della concessione, cosa che ad oggi però non è necessaria”.

Il primo cittadino prova a rasserenare pure i tifosi strizzando l’occhio ad un futuro che possa prevedere la costruzione anche di un nuovo impianto. «Intendo rassicurare i tifosi: questi ritardi non ci impediscono di esplorare tutte le ipotesi possibili per garantire alla città uno stadio moderno, adeguato agli standard Uefa, sostenibile, accessibile. Dal restyling, alla ricostruzione per lotti successivi dell’impianto, alla costruzione ex novo nella stessa area. Alternative che naturalmente si accompagnano a distinte opzioni di risorse necessarie, tempi di attuazione, complessità di procedimento. Che devono sempre garantire il rispetto delle leggi vigenti in materia di evidenza pubblica.»

Peccato che in Italia sia quasi impossibile costruire nuovi stadi, quando già è così difficile che partano nei tempi previsti i progetti unicamente destinati alle migliorie. Sticchi Damiani sembra davvero essere un Don Chisciotte che prova a vincere contro i mulini a vento della politica.