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Calci e petali a Sanremo: Mengoni domina la classifica

E la prima serata è andata. Ci è mancato davvero pochissimo che il Festival di Sanremo 2023, finisse la sua prima serata senza un briciolo di puro trash e di controversia. Se scegliamo di ignorare il medley del peggio di Gianni Morandi. Ma alla fine ecco che Blanco da una dimostrazione di come non fare il professionista: se stai lavorando, cerchi di fare il tuo meglio anche con dei problemi tecnici. Perché non devono essere le persone che lavorano tutta la notte a dover rimediare ai tuoi scatti di rabbia. E scusarsi dietro la scelta “del caos” è ancora più irrispettoso. Se la macchinetta del caffè si rompe che si fa? Si prende a calci? Non credo.

Ma andiamo con ordine: è chiaro che la vera star sia stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (come è giusto), nonostante l’intervento di Benigni che pur rimanendo nei tempi, è sembrato infinito.

Sin dall’inizio dell’evento poi si è notata la mancanza di memoria da parte di Amadeus, da Gianmaria che diventa Sangiovanni a Blanco che diventa Salmo. Un po’ come il nonno che chiama i nomi di tutti i nipoti prima del tuo.

Gianni Morandi fa simpatia, è genuino, nonostante qualche piccolo errore dovuto all’ansia è sempre un gran signore. Non è una spalla ingombrante come Fiorello ma sarebbe bello vederlo più “libero” di fare come gli pare.

Chiara Ferragni, prima co-condruttice (ma diciamo pure valletta) della kermesse ha puntato sul voler “stupire” i più moralisti benpensanti nel pubblico con il suo abito finto-nudo e il suo monologo contro l’odio (virtuale e non) e la sua scelta di ribadire la libertà delle donne di avere un corpo e di mostrarlo nel rispetto delle proprie scelte e convinzioni. Non il massimo dell’originalità forse, ma dalle sue parole si avverte la sincerità.

Tanto amore per Piero Pelù che dal palco esterno ci fa rivivere gli emozionanti momenti del ratto della borsetta.

L’infinito medley dei Pooh ci ha ricordato che anche Roby Facchinetti ha un’età, ma tutti ancora cantiamo le loro canzoni a scuarciagola. È un fatto.

E le canzoni? Le prime quattordici sono state un po’ quello che ci si aspettava, un mix di autotune e grandi amori: Anna Oxa ci ha confusi fra yodel e strani echi, Ultimo fa Ultimo con un po’ di amore spicciolo (senza pianoforte non rende), Mengoni domina la classifica della prima serata e dà prova di aver studiato in questi anni con una performance molto bella e precisa, i Cugini di Campagna hanno l’arrangiamento più moderno di tutti grazie a La Rappresentante di Lista. Mr Rain fa stringere i cuoricini di tutte le maestre con il suo coro di bimbi-angeli (e si porta avanti verso il podio). Gianluca Grignani…canta? Non abbiamo capito molto della performance, a parte che ci tiene e che forse ha un testo molto sentito.

La meravigliosa Elodie porta sul palco il Salento: a dirigere l’orchestra durante la sua canzone è stata la nota cantante pugliese Carolina Bubbico, in una nuova veste.

Tra qualcuno che canta in “corsivo” (Gianmaria e Ariete) e qualcuno che usa l’autotune senza averne davvero bisogno (Olly ha una canzone interessante, pronta per Tik Tok), i Colla Zio presentano un ritmo funky degno di nota e Mara Sattei propone un brano che andrà bene (si sente la mano del fratello ThaSupreme). Leo Gassman rimane fedele a sé stesso e si diverte molto (beato lui).

Ora non ci resta che attendere la seconda estenuante serata, che vedrà ospiti i Black Eyed Peace e ovviamente Al Bano e Massimo Ranieri: che strana realtà quella di Sanremo.