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Blin abbraccia il Lecce: «Onoro la maglia per club e tifosi»

Faccia da bravo ragazzo, gentile e disponibile, ma in campo si trasforma come se fosse Hulk. E proprio come il personaggio dei fumetti, l’apporto di Alexis Blin diventa decisivo in ogni occasione. Il ragazzo francese è entrato in punta di piedi nelle gerarchie di Baroni, ma adesso è insostituibile nel centrocampo giallorossi. Da quando è stato schierato in posizione di interno, i giallorossi hanno ingranato in termini di punti ed ora, al giro di boa del campionato, possono ritenersi a metà del percorso.

«E’ stata una prima parte di torneo nella quale siamo stati compatti e uniti nel momenti delicati.» Così Blin ai microfoni della sala stampa dove sfoggia un italiano quasi perfetto. «Nelle prime dieci gare meritavamo di sicuro più punti. Poi sono arrivate le sei gare senza subire sconfitte e adesso, pur avendo girato a 20 punti, dobbiamo mantenere la concentrazione perché non abbiamo fatto ancora nulla in termini di lotta salvezza.»
Alexis Blin è l’ago della bilancia nel centrocampo di Baroni. Ogni anno diventa decisiva la sua presenza negli schemi del tecnico fiorentino poiché porta equilibrio in un 4-3-3 dove ha trovato spazio nel ruolo di interno. Non certo la posizione per cui era stato acquistato un anno e mezzo fa. Già lo scorso anno il ragazzo riuscì a ritagliarsi spazio nella formazione titolare solo nell’ultimo terzo di stagione, dando solidità ad una squadra che stava mancando di forza nella zona nevralgica del campo. «Devo ammettere che non è iniziato bene il mio periodo con il Lecce. Avevamo una squadra forte per puntare alla promozione e quindi ero cosciente di non partire titolare. Ho atteso il mio momento e si può dire che con la gara di Parma nel girone di ritorno ho avuto la chance di conquistarmi un posto in squadra. Anche in questa stagione ho iniziato in panchina il torneo, ma ho sempre lavorato duro per farmi trovare pronto. Adesso gioco di più, ma nel calcio tutto cambia rapidamente e quindi devo sempre lavorare e non rilassarmi. Quando sono arrivato qui, i tifosi mi hanno scritto di onorare la maglia. Non conoscevo l’italiano, ma ho visto la traduzione e rispecchia il mio atteggiamento in campo. Sono infatti un uomo di corsa e forza sul terreno di gioco.»
A Verona, purtroppo, proprio Blin ha avuto la palla per un vantaggio che avrebbe potuto cambiare la storia del match. Il ragazzo sa che deve migliorare in fase offensiva. «Nel mio nuovo ruolo posso essere ancora più decisivo negli ultimi venti metri, sui cross e sulla protezione della palla. Però ciò che ritengo fondamentale è l’equilibrio da dare in campo per il bene della squadra perché appena si perde il possesso si rischia di subire gol. Non voglio infatti dimenticare quali sono le mie qualità. A Verona non sono arrivato nel momento giusto dopo uno splendido passaggio di Strefezza. Ho provato a piazzare il tiro, ma mi è mancata la forza di esecuzione. La gara di sabato è stata difficile. Volevamo vincere poi, quando abbiamo preso un gol che potevamo evitare, non abbiamo fatto abbastanza per ritornare a casa con un punto.»
Dalla sfida di Verona Blin si porta dietro una contusione al ginocchio che aveva anche fatto temere la sua uscita dal campo nelle prime fasi del match. «Per fortuna ho preso solo una botta al ginocchio e adesso va bene. Ho fatto due giorni di recupero, adesso devo confrontarmi con lo staff medico, ma credo che non ci saranno problemi per la sfida di venerdì contro la Salernitana.»
Un’ultima considerazione Blin la riserva alla sua vita privata che ha visto la nascita di sua figlia alla vigilia del match contro la Juve. «Mia figlia mi ha cambiato la vita. Quando rientro a casa, anche se non sono contento, appena guardo mia figlia mi torna il sorriso. E sono ancora più felice che mia figlia sia nata a Lecce perché così sarà leccese per la vita.»