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Meloni boom, Lega flop. E i Cinquestelle sorridono

 

L’Italia vira a destra. Le prime avvisaglie della straripante vittoria dle centrodestra alle elezioni politiche arrivano alla chiusura dei seggi: gli exit poll parlano chiaro: il centrodestra oscilla tra il 41% e il 45%

il centrosinistra tra il 25,5% e il 29,5%, il movimento Cinquestelle 13,5 – 17,5% e il Terzo Polo tra il 6,5 è 8,5%. E’ vero, mai fidarsi di questi sondaggi – sappiamo bene in passato quanti danni e illusioni abbiano provocato e alimentato tra le forze politiche – ma in questo caso è troppo larga la forbice per immaginare un miracolsoo recupero di Letta e compagni. E infatti la conferma giunge un paio d’ore dopo. Le proiezioni ribadiscono quanto già si sapeva: vince il centrodestra, trionfa la Meloni già pronta a raccogliere l’investitura dal Capo dello Stato per provare a formare il nuovo governo, batosta per il Pd di Letta, riscatto dei Cinquestelle, Salvini e la Lega in discesa libera, Terzo Polo di Calenda e Renzi non pervenuto, o quasi. Le analisi politiche, come di consueto, andranno fatte a freddo. Ma è fuor di dubbio che i veri sconfitti di questo test elettorale siano Enrico Letta, in primis e Matteo Salvini. I dem pagano a caro prezzo lo stop al campo largo con i 5 Stelle e il successivo pre accordo (saltato) con Calenda per “punire” i pentastellati, ritenuti gli unici colpevoli della caduta del governo Draghi. Una strategia isolazionista e fallimentare. Come quella della Lega di Salvini vittima dei suoi stessi errori mediatici. Il suo partito non arriva nemmneo in docppia cifra e viene addirittura tallonato da Forza Italia. Uno sprint per il secondo posto all’interno di una coalizione nella quale Fratelli d’Italia è riuscita a capitalizzare il 60 per cento dei voti. Gestire i rapporti di forza interni rischia di diventare il problema politico numero uno dell’aspirante premier Giorgia Meloni. Ma le priorità sono altre: caro-bollette, extra-profitti, inflazione, crisi aziendali, pensioni, lavoro, stipendi, carburanti, traspotti pubblci, e via discorrendo.

Nodi scottanti ai quali bisognerà mettere mano immediatamente. Per dare una risposta a tutti gli italiani, anche a quel 37,19% che ha preferito non andare a votare.