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Uragano Tangentopoli, un’occasione persa

Trent’anni dopo, davanti ai nostri occhi, sono ancora presenti le macerie di un’inchiesta giudiziaria che ha denotato evidenti diramazioni politiche spazzando via un intero sistema politico tenuto in vita da un equilibrio basato sulla pecunia e sul becero clientelismo.
La corruzione era un modus operandi consolidato e condiviso dai principali partiti (Dc, Pci e Psi) che si sono divisi la torta in parti quasi uguali, checché se ne dica.
Ma quante storture e quali conseguenze negative ha prodotto questo sistema? Tante, troppe. Perché eliminare partiti storici e intere classi dirigenti ha finito per lasciare il Paese orfano di menti illuminate e di uomini e donne di primissimo ordine contribuendo all’accelerazione improvvisa e improvvida di un impoverimento politico e culturale cui assistiamo ogni giorno. È stato come buttare l’acqua sporca con il bambino. Senza salvare nulla e nessuno. Stendiamo un velo pietoso su alcuni metodi utilizzati per dare impulso alle indagini dell’epoca, a cominciare dalla carcerazione preventiva, strumento divenuto quasi infallibile a disposizione dei magistrati per far confessare l’indagato (badi bene, non l’imputato di turno) che a volte non ha retto alla situazione e a quel nauseabondo senso di umiliazione e di vergogna mettendo fine alla propria esistenza.
Vergogna. Un vocabolo sconosciuto a quanti ora continuano nelle loro scorribande rubando e corrompendo a piè spinto. Perché – a differenza di tangentopoli- le tangenti ci sono ancora, eccome, ma non fanno più parte nella stragrande maggioranza dei casi, di un’organizzazione strutturata. Sono frutto, piuttosto, di singole iniziative e che comunque non hanno nulla a che vedere con il finanziamento (illecito) pubblico dei partiti. Anche perché nel frattempo – salvo rare eccezioni – questi sono gradualmente evaporati. E con loro sono venuti meno valori come rispetto e lealtà, senso delle Istituzioni. Trent’anni dopo ci sentiamo più soli. E la Prima Repubblica non fa più paura. Anzi, rievoca nostalgie e rimpianti per un tempo che non verrà più. E offre la sgradevole percezione di quello che poteva essere e non è stato. Dell’ennesima occasione persa per riavvicinare realmente i cittadini al Palazzo.