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Furti a raffica, denunciate due ragazze “trasfertiste”

LECCE – Due ragazzine sono state denunciate a piede libero per furto. SI tratta di una 18enne e di una minorenne,  entrambe residenti in un campo nomadi di Roma (pregiudicate), ritenute responsabile, di alcuni furti all’interno di appartamenti a Lecce e provincia. Il copione era sempre lo stesso: apertura delle porte d’ingresso tipiche delle etnie rom, presenti su tutto il territorio nazionale “vero e proprio marchio di fabbrica – si legge in una nota della Polizia di Stato – della loro azione predatoria”, con l’aggravante di aver usato violenza sulle cose, impossessandosi di oggetti di valore, capi di abbigliamento, denaro ed altro. Tutti i furti sono stati commessi a Lecce in quest’ultimo periodo festivo. A conclusione di una complessa attività investigativa, scattata dopo un furto in una abitazione in via Boito lo scorso 20 dicembre gli agenti della Squadra mobile di Lecce hanno denunciato le due ragazzine “trasfertiste”, ritenute responsabili di diversi furti in appartamento.

Ad incastrarle sono stati – oltre agli indizi raccolti durante le indagini investigative – le dichiarazioni rese dalle parti offese e le individuazioni fotografiche, il contributo dei numerosi video registrati ed estrapolati dalle telecamere di video sorveglianza e dalla comparazione dei relativi fotogrammi, numerose osservazioni e pedinamenti. Le due giovani sono giunte nel capoluogo salentino dopo aver noleggiato a Roma un’autovettura utilizzando documenti di identità artatamente falsificati ed apocrifi. Dalle telecamere di sorveglianza piazzate è emerso che ad aver commesso il furto di via Boito siano state proprio due  giovani donne giunte a bordo di una Fiat Panda di colore nero, dalla quale, dopo aver fatto alcuni giri di osservazione, sono state notate scendere ed accedere nel condominio per poi uscirne dopo alcuni minuti prima di allontanarsi con la stessa auto. Le immagini registrate hanno evidenziato pure le caratteristiche somatiche e l’abbigliamento delle due donne, una delle quali aveva uno zainetto nero sulle spalle visibilmente colmo nonché un altro zainetto di colore chiaro verosimilmente pieno e riconosciuto poi come uno di quelli elencati tra gli oggetti rubati nella denuncia di furto sporta dalla parte offesa. Dagli accertamenti in banca dati i poliziotti sono risaliti alla società di autonoleggio dell’autovettura utilizzata dalle giovani donne, dove hanno acquisito la documentazione contrattuale sottoscritta per il noleggio del veicolo dal 16 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022. L’accordo era stato sottoscritto previa esibizione di documenti rumeni, poi risultati essere anche apocrifi e falsi. Tra questi vi era una patente di guida raffigurante il volto di una giovane donna corrispondente ad una delle due autrici del furto, conducente della Fiat panda nera. La stessa donna, anche con nomi diversi, in altre circostanze e sempre per periodi di tempo medio-lunghi, aveva noleggiato altri veicoli. Sul suo capo, inoltre, pendevano numerosissimi precedenti di Polizia per reati dello stesso tipo e con lo stesso “modus operandi”

Nel tardo pomeriggio del 22 dicembre la donna è stata rintracciata in via Giovanni Paolo II e immediatamente riconosciute dagli investigatori. All’interno della Panda è stato ritrovato un capo di abbigliamento riconducibile a quelli rubati, e arnesi ed oggetti atti allo scasso, utilizzati per accedere nelle abitazioni, che sono poi stati sequestrati. Gli agenti, inoltre, hanno ritrovato a Taurisano, in una aiuola in una piazzetta comunale, abilmente occultato e sepolto nel terreno, un sacchetto di colore argento con all’interno alcuni monili di valore riconducibili a quelli asportati ed indicati in denuncia e, successivamente, in un’abitazione dello stesso comune, svariati capi di abbigliamento, tutti riconducibili allo stesso furto, che una volta riconosciuti dai legittimi proprietari sono stati loro restituiti. L’attività d’indagine della Squadra Mobile ha permesso di recuperare la quasi totalità di quanto rubato, per un ammontare di circa 11-12.000 euro di beni in valori, monili, abbigliamento ed oggetti vari, ad eccezione di un orologio del valore di 1.000 euro. Le indagini sono tuttora in corso anche al fine di accertare ulteriore responsabilità penale in capo alle due giovani donne per altri furti consumati in provincia di Lecce.