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Lopalco: “Chi non si vaccina è un incosciente”

LECCE – “È fondamentale oggi più di prima vaccinarsi. Chi non lo fa è un incosciente”. Il professor Pierluigi Lopalco lancia da Lecce un anatema, l’ennesimo, per provare a convincere quanti ancora non intendono sottoporsi all’inoculazione del vaccino per proteggersi dal covid.  Il noto virologo, abbandonata la casacca di assessore regionale in aperta polemica con il presidente Emiliano, è intervenuto a Lecce in un convegno di approfondimento sul tema “Missione Salute: Bisogni, Idee ed Azioni tra Contingenza, Transizione e Pnrr per il Domani che verrà”, organizzato dal movimento civico regionale Puglia Protagonista”. Presente e futuro, dunque, che si incrociano in un momento delicatissimo per l’intero sistema sanitario. La nuova variante Omicron preoccupa e non poco. La conferma giunge da Lopalco: “Rappresenta un nuovo ceppo che può infettare sia chi ha avuto la malattia e sia, in parte, chi è stato vaccinato magari ancora con due dosi e non ha fatto il richiamo. Comunque sia la vaccinazione protegge dalla malattia grave”.

La Puglia, tuttavia, non rischia di andare in zona gialla. Almeno per ora. “Quando arriverà la variante Omicron ad essere predominante –  molto probabilmente nel mese di gennaio – non è da escludere. Ecco perché occorre vaccinarsi”. La pandemia ha messo di fronte a nuove e difficili sfide l’intero sistema sanitario. “L’iniziativa di oggi – precisa l’organizzatore Paolo Pellegrino – non rappresenta un evento elettorale, ma un  approfondimento su temi rilevanti, tra conoscenza acquisita nel corso dell’epidemia e programmazione sanitaria, aggiornata alla luce dell’esperienza pandemica e del Pnrr.. Tutte le realtà del Servizio Sanitario devono concorrere al disegno di una nuova organizzazione sanitaria che affronti, strutturalmente, l’emergenza in termini di prevenzione, evitando l’affannata riconversione delle risorse (creazioni di nuovi ospedali, chiusure ai danni di cronicità e disabilità, spostamento selvaggio di personale) che ha caratterizzato, in tutte le regioni, questo periodo pandemico. Un servizio Sanitario che sia pronto alle nuove sfide”.

Serve un cambiamento radicale del sistema sanitario. Un’inversione ad U per correggere vecchi errori, stabilire nuove priorità e assicurare un modello credibile ed efficace. Il presidente della Commissione Regionale Affari Istituzionali, Fabiano Amati, ha parlato di “pandemia burocratica” da evitare a tutti i costi:  “E’ necessario eliminare lungaggini e attorcigliamenti burocratici che alla fine determinano un contagio totale a discapito delle persone che chiedono i soldi per realizzare un’opera pubblica o che attendono mesi o anni per una visita sanitaria”.  Ma da dove partire? Intanto – come spiega il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini – dal “rafforzamento del sistema di sanità pubblica, da un rapporto intelligente e virtuoso della sanità privata sul territorio, da organizzazione e investimenti capaci di gestire situazioni complesse”. Fondamentale sarà in questo senso il ruolo del Pnrr. Ma il Piano di ripresa e resilienza, tuttavia, non è e non sarà mai la panacea di tutti i mali.  “Non pensiamo che sia tutta una questione di investimenti, tra prestiti e fondo perduto, concessi dall’Ue. Finita la spesa per gli investimenti occorre fare i conti con la spesa corrente e con tutti i problemi ad essa connessi”. “Il Pnrr – aggiunge il senatore Dario Stèfano – è un’occasione per ammodernare il Paese. Il rischio che misuro è nell’idea che attraverso il Pnrrr si possa ridisegnare il modello precedente e anche nella discussione locale c’è il riferimento alla riapertura di un modello che già molto prima del covid aveva dimostrato  di non essere all’altezza della situazione e di non risolvere esigenze sanitarie. Serve un avanzamento sul piano metodologico e culturale su alcune macro dimensioni: riconversione, ammodernamento digitale e soluzione di alcune divergenze, generazionali, di genere e territoriali”.