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Pnrr, occasione ghiotta per il Sud tra dubbi e certezze

LECCE – Non sappiamo se sarà l’ultimo treno. Di certo è un’occasione importante per riavvicinare il Mezzogiorno al resto d’Italia. Colmare il gap con il Nord è assai complicato. Ma il Pnrr, il Piano di rilancio e resilienza varato dal Governo nazionale rappresenta un’occasione troppo ghiotta per provare ad accorciare il divario.

Sono 82 i miliardi che verranno messi a disposizione. Serviranno a dare impulso a questa vasta area di territorio, fiaccata dall’emergenza Covid e storicamente indietro sul piano infrastrutturale – materiale e immateriale – rispetto alle regioni settentrionali.

L’argomento è stato al centro del terzo e ultimo appuntamento con i fondi del Next Generation, l’evento organizzato a Lecce dal presidente della Commissione Politiche Europee, il senatore Dario Stefàno. “E’ necessario ridurre il divario per garantire uno sviluppo equo e solidale”, ha auspicato il rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice. Le risorse in arrivo per il Sud serviranno a rimuovere significative criticità che sono oramai strutturali e che hanno finito per ostacolare un fattivo percorso di crescita. “La strada è lunga – avverte l’economista Gianfranco Viesti, professore ordinario all’Università di Bari. siamo ancora al 2021. Più che di resilienza io avrei parlato di trasformazione perché l’Italia ha bisogno di trasformarsi. E gli investimenti dovranno essere calibrati bene, magari puntando sulla parità di genere – tanto evocata e poco praticata, sulle fasce più deboli come i bambini”.

Il processo sarà lungo e complicato. E chiama in causa soprattutto i sindaci ai quali il Governo “ha scaricato una serie di responsabilità cui fanno fatica a far fronte per via dello scarso organico”. Parole a cui ha fatto eco Carlo Salvemini. “Il Governo – ha spiegato il sindaco di Lecce – ha messo a disposizione per il nostro Comune otto figure professionali per supportare la grossa mole di lavoro che ci attende, ma tre di queste hanno già declinato l’invito”. Anche perché sottopagate rispetto alla professionalità che sono capaci di garantire Gli Enti locali continuano ad annaspare. Hanno atteso inutilmente salvagenti che non sono stati lanciati e ora hanno ilk fondato timore che la gestione del Pnrr possa ricadere in gran parte sulle loro spalle.

Una chiamata alle armi – quella del Piano di rilancio e resilienza – alla quale bisognerà rispondere in maniera efficace e tempestiva, senza tentennamenti e senza – soprattutto – disperdere importanti risorse così come è avvenuto in passato. “Non dobbiamo sprecare un euro – avverte la ministra per l’Università e la Ricerca scientifica Maria Cristina Messa – Sarà importante scegliere con attenzione dove investire. Non si può fare tutto, non tutti possono far tutto. E’ necessario cercare di formare delle reti territoriali per assicurare una complementarietà dell’offerta che le Università sono in grado di fare. Bisogna lavorare insieme. Non c’è spazio per i campanilismi”.

Foto e video a cura di Annamaria Niccoli