Salentolive24 in diretta dal Salento

Passa da una P il passaporto per la salvezza delle donne afghane

DCIM100MEDIADJI_0333.JPG

LECCE – Una P disegnata sul palmo della mano è il lasciapassare ideato dalla Fondazione Pangea Onlus per le donne di Kabul e le loro famiglie, un segno identificativo per i militari italiani all’entrata dell’aeroporto della capitale afghana, il passaporto per la salvezza. Luca Alberto Lo Presti fondatore dell’Associazione mostra orgoglioso il suo disegno, uguale a quello di centinaia di persone scese in piazza anche a Lecce, per testimoniare la propria vicinanza alle donne afghane che ogni giorno rischiano la vita.

L’arrivo al potere dell’esercito integralista è stato fulmineo come racconta Lo Presti ai microfoni di Salentolive24 – “I Talebani hanno preteso il ritiro delle truppe americane entro luglio e solo dopo una lunga trattativa hanno consentito di posticipare l’azione a settembre, ma non c’era una data certa. L’avanzata è stata velocissima e ha sorpreso tutti, non c’è stato tempo per organizzare alcun tipo di evacuazione”.

Negli ultimi anni l’esercito afghano aveva molto lavorato insieme alle truppe americane a contrasto di un possibile ritorno dei talebani, nell’ultimo periodo invece la scelta è stata quella cedere, un sommesso ritiro che ha favorito il golpe.

Verso la metà di agosto, il sentore del colpo di stato si è fatto sempre più forte e l’Organizzazione ha fatto richiesta al Ministero degli Interni, degli Esteri e della Difesa di stilare delle liste di persone da portare al sicuro. “Subito dopo – continua il fondatore di Pangea – abbiamo coordinato l’evacuazione di quasi tutte le Ong italiane insieme all’Associazione Organizzazione Italiane-AOI e grazie ad un grande lavoro di cooperazione, siamo riusciti a portare via quasi 5000 donne ”.

Il lavoro della Onlus non si limita a questo continuando a lavorare in Afghanistan portando avanti progetti di emergenza vista la condizione economica disastrosa “Le banche sono chiuse e la gente ha fame e dobbiamo provvedere a questo. Abbiamo creato case rifugio per le donne in difficoltà in attesa dell’istituzione di corridoi umanitari che consentano loro di raggiungere l’Italia”.

In più nel nostro Paese sono attivi programmi di aiuto che rappresentano soprattutto un’integrazione alla parte già attivata da parte dello Stato per l’inserimento delle donne afghane e delle loro famiglie nel mondo del lavoro, nella scuola e a colmare ogni tipo di necessità.

Sono state molte le città italiane che hanno voluto dedicare la giornata del 25 settembre a manifestare il proprio sostegno alle donne afghane. “Una bellissima riunione di energia questa di Lecce alla quale ho voluto partecipare – ha concluso Lo Presti – perché  la sentivo molto importante. Qui il centro “Renata Fonte” che fa parte della Rete per l’Empowerment e l’Auto Mutuo Aiuto-REAMA di Pangea è un centro molto importante per la lotta per il riconoscimento dei diritti delle donne ed è molto vicina alla causa delle donne afghane oltre che alle donne italiane. Essere qui è stato molto importante, ma è fondamentale ricordare che Pangea è stata anche a Bari, Roma, Firenze, Venezia Milano, tantissime località nel nostro Paese e che nel mondo in questa stessa data tantissime piazze si sono unite all’Italia.”

Foto e video a cura di Annamaria Niccoli