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Su RaiUno approda La Notte della Taranta

MELPIGNANO – Sarà trasmesso questa sera, in seconda serata  su RaiUno e Radio 1 Rai,  l’atteso appuntamento della Notte della Taranta con un narratore d’eccezione: Al Bano Carrisi. L’artista pugliese accompagnerà i telespettatori nel viaggio tra suoni e colori della Puglia con un omaggio a Domenico Modugno.

La “Notte della Taranta”, ha scritto nel suo messaggio di saluto il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, è una delle più significative manifestazioni sulla cultura popolare in Europa,  è  un evento capace di valorizzare al meglio i valori dell’Unione Europea poiché nel corso di questi 24 anni di storia è riuscito a creare, attraverso la musica, un dialogo aperto nel cuore del Mediterraneo e a favorire importanti occasioni di scambio e confronto”.

La Taranta rock proposta dal maestro concertatore Enrico Melozzi,  con la partecipazione sui testi della maestra concertatrice Madame,  ospiterà Il Volo. I tre tenori apriranno la serata con l’inno in grico Calinitta-Buonanotte, un augurio per il nuovo pubblico di Rai 1 che seguirà il concerto dopo il film musicale dedicato a Raffaella Carrà.

L’apertura è un’immagine inedita che spalanca le porte della chiesa del Carmine del complesso architettonico degli Agostiniani a Melpignano, un’inquadratura che contiene il messaggio dell’edizione 2021: tornare a liberare lo spazio delle Arti dalle restrizioni imposte dal Covid per accogliere  il pubblico.

Dirette da Enrico Melozzi, l’Orchestra Popolare della Taranta e l’Orchestra Notturna Clandestina hanno affascinato il pubblico dei mille partecipanti alla registrazione dell’evento con la forza del ritmo della pizzica che incontra le sonorità rock e pop proposte dal maestro concertatore. Il Concerto si apre con Nanana, il brano di Al Bano Carrisi in dialetto di Cellino San Marco e poi Calinitta interpretata dagli artisti de Il Volo. Segue Marea di Madame che  incontra Aria Caddhipulina.

Aria dei trainieri con Giancarlo Paglialunga apre Pizzica di San Vito e riporta sul palco Madame nell’inedita versione ballerina di pizzica. Con Fuecu l’Orchestra Popolare rende omaggio a Daniele Durante e il coreografo Thomas Signorelli trasforma il palco in una festa popolare da “strittuli”, le piccole vie dei paesi dove a fine giornata si improvvisavano canti e balli. Salvatore Cavallo Galeanda apre Taranta di Lizzano da lui proposta nel Concertone per la prima volta nel 2018,  mentre Enza Pagliara intona La  Luna,  un verso tratto dalla ricerca di Flavia Gervasi antropologa dell’Università di Montreal scomparsa prematuramente, per introdurre Pizzica di Torchiarolo.

Avvolta in un abito di 30 metri di lino,  tessuto al telaio di ulivo,  da un’idea del coreografo Thomas Signorelli e realizzato da IJO’, Madame torna sulla scena per interpretare in chiave contemporanea Rondinella. Un brano nel quale l’Orchestra inserisce anche il canto in grico Aremu. I versi in arbëreshë Lule Lule interpretati da Consuelo Alfieri introducono Pizzica di San Marzano.

L’aria della Cecilia interpretata da Alessandra Caiulo riporta sul palco Madame che regala al pubblico un testo inedito scritto per La Notte della Taranta e inserito nel brano di tradizione Dici can u me voi ca su piccinna: “io sono piccolina, però di te mi fido, non so cos’è l’amore ma l’amore ha preso me, non son così piccina perché quando ti vedo non chiedo se è l’amore ma lo vedo intorno a me”.

La voce di Antonio Amato “lancia uno splendore in aria”,  verso d’inizio di Pizzica di Aradeo.  La struggente Amara Terra mia interpretata da Al Bano Carrisi che rende omaggio a Domenico Modugno è anche una dedica ai tanti pugliesi emigrati in Italia e all’estero. Il finale è una sequenza di potenti suoni della tradizione che si mescolano al rock. Con Pizzica della Liberazione scritta dal maestro Melozzi e tradotta in salentino da Enza Pagliara: “Pizzica pizzica della liberazione, ballamu su sti cori scatinati, pizzica pizzica dell’immaginazione cantamu su sti cori liberati. La danza nu se ferma, la musica se ribella, ballamu tutti insieme pelle a pelle. La musica ha turnata ballamu n’autra fiata,  ca la Taranta ntorna m’ha sanata, m’ha sanata – Pizzica pizzica della liberazione balliamo su questi cuori scatenati, pizzica pizzica dell’immaginazione cantiamo su questi cuori liberati. La danza non si ferma, la musica si ribella, balliamo tutti insieme pelle a pelle. La musica è tornata balliamo un’altra volta che la Taranta di nuovo mi ha guarito, mi ha guarito”. E la ricontestualizzazione dei testi della tradizione avviata da Daniele Durante negli ultimi anni di direzione artistica continua anche nel 2021.

Su Fimmene Fimmene, canto di lavoro e di protesta delle donne abusate nei campi, Enza Pagliara ha scritto nuovi versi: “Fimmine fimmine (nella dizione di Torchiarolo) ausamula la uce, e pe sta terra ca sta chiede pace. Fimmine fimmine sta canzune ha cangiare. La terra è mamma nu se po bbandunare. Intra le campagne nun c’ete chiui nisciunu. Sulu lu fuecu la face te patrunu. Fimmine Fimmine ausamula la uce e pe staterra ca sta chiede pace – Donne donne alziamola la voce per questa terra che sta chiedendo pace. Donne donne questa canzone deve cambiare. La terra è madre e non si può abbandonare. Nelle campagne non c’è più nessuno solo il fuoco la fa da padrone. Donne donne alziamola la voce per questa terra che sta chiedendo pace”.

La filastrocca “Pinguli pingulo Giuvacchinu” interpretata da Stefania Morciano accende il gran finale sul palco di Melpignano con Pizzica di Galatone.

“C’è un grande lavoro di squadra, ha commentato il coordinatore dell’Orchestra Popolare Gianluca Longo. Abbiamo composto e scritto insieme al maestro Melozzi e Madame i brani del concerto con l’energia di chi ritrova il pubblico in presenza e il nostro augurio è di tornare nel 2022 nella grande piazza di Melpignano”

Protagonista anche la danza, con le coreografie di Thomas Signorelli, interpretate dai ballerini della Taranta e da i danzatori accademici: “ho inserito le sedie delle piccole feste nei paesi del Salento e le scale dei raccoglitori di olive ma anche gli specchi per ritrovare la meraviglia dell’altro  perduta durante i lunghi mesi di lockdown”.  La scenografia, un mix di sguardi sulle architetture cinquecentesche della chiesa del Carmine illuminata dal direttore della fotografia Marco Lucarelli e la visione futurista di un ragno in 3D, è  stata realizzata su ideazione di Marco Calzavara. Il palco è circondato da 35 monoliti di luminarie salentine Mariano Light e da alcuni totem luminosi su cui sono state proiettate le immagini della Puglia: Lago di Lesina, Castel del Monte, Bari, Brindisi, Taranto e Lecce.

Per vestire le Orchestra, i ballerini  e Madame è stato scelto un brand pugliese: IJO’.

Il Concertone con la regia di Stefano Mignucci, i testi di Marco Zampetti e il coordinamento esecutivo di Cristiano D’Agostini, sarà trasmesso da RAI 1, il 4 settembre alle 23:30. “E’ una sfida che abbiamo accolto con entusiasmo”, ha commentato il vicedirettore di RAI 1 Angelo Mellone.