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In scena i drammi del gioco patologico con “Ludomannaro”

La parte cattiva del gioco. A Taranto, giovedì 22 nel cortile della parrocchia San Giuseppe (via Garibaldi, Città Vecchia) e martedì 27 luglio nel cortile della parrocchia Santa Famiglia (via Lago di Albano, quartiere Salinella), il Crest presenta “Ludomannaro” di e con Giovanni Guarino, la narrazione teatrale che ha fatto da incipit alle attività condotte nelle scuole nell’ambito del progetto “Gioco d’azzardo patologico” avviato dal Dipartimento Dipendenze Patologiche della Asl Taranto e basato sull’accordo di cooperazione tra Asl Taranto e Teatro Pubblico Pugliese. Interverranno don Emanuele Ferro, don Giuseppe Marino e, per l’Azienda Sanitaria Locale della provincia di Taranto, le dottoresse Cinzia Ariano e Margherita Taddeo. Con inizio alle ore 19.30, lo spettacolo-incontro è ad ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria al numero 366.3473430 (anche whatsapp) in orario d’ufficio (dal lunedì al venerdì: ore 10-18.30). 

“Ludomannaro” narra le difficoltà, i disagi, i drammi che attraversano la vita di quanti finiscono nel tunnel del gap – gioco d’azzardo patologico, sin dalla prima volta, quella volta che cambia la vita. Alla vigilia delle feste natalizie, il “nostro” operaio ex Ilva acquista, per gioco e con i compagni di reparto, un blocchetto di biglietti del “gratta-e-vinci”. A lui l’onore del grattare. Finirà sbeffeggiato da tutti per non aver trovato nulla sotto le argentee caselle. Svanita l’allegra confusione collettiva, resta in lui un sentimento di frustrazione, di colpa, per non aver vinto nulla. Reagire e subito, darsi un’altra possibilità. Prende forma nella sua mente il pensiero di riprovare, perché il prossimo biglietto sarà quello vincente e, prima o dopo, arriverà anche la grossa vincita. È la molla, la trappola, il tarlo che lo trasforma in “ludomannaro”, in giocatore d’azzardo patologico.

«Lavorando nelle scuole avevamo colto da tempo il disagio dei giovani sul fenomeno del gioco d’azzardo. Come Crest abbiamo quindi messo su una narrazione che andava a evidenziare la parte cattiva del gioco e come si arriva a diventare dipendenti. Da qui abbiamo elaborato un percorso che si è allargato a diverse attività di laboratorio teatrale, perché riteniamo che attraverso la dinamica teatrale è possibile provocare ed esplorare una parte ludica più specifica, quella della proiezione che i giovani hanno del proprio vissuto», così Giovanni Guarino, vice presidente e responsabile progetti educativi Crest.

Terminato qualche giorno prima del lockdown della primavera 2020, il progetto si è strutturato in una serie di proposte d’interventi artistici di carattere laboratoriale e narrativo, condotti e ideati artisticamente dal Crest e dal Teatro delle Forche di Massafra, nelle scuole secondarie di primo grado e nel biennio delle scuole secondarie di secondo grado di Taranto e provincia. Quindici gli istituti scolastici coinvolti tra Taranto, Castellaneta, Grottaglie, Manduria, Martina Franca, Massafra, Mottola e Palagiano. I laboratori e le attività condotte hanno fornito una ricchezza di stimoli che hanno dato forma a nuovi racconti, ad immagini e testimonianze significative così da poter affermare che il gioco d’azzardo patologico ha un “nemico” in più: i giovani studenti che sono stati coinvolti.

Le due serate del 22 e 27 luglio promuovono un incontro con le famiglie, con le associazioni dei diversi territori per rilanciare l’importanza della prevenzione nei confronti dei giovani e dei ragazzi, la cui urgenza segnalata dai monitoraggi statistici segna ancora un punto critico messo a segno dal Covid e dalla conseguente frequentazione del web.