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Itaparica: storia di abbandono e degrado

LECCE – E’ una storia di abbandono e inadeguatezza, quella del complesso sportivo Itaparica situato sulla Lecce-San Cataldo, che oggi versa in condizioni di estremo degrado.
Sorto negli anni ’90, il Centro è inutilizzato dal 2009. La struttura è composta da quattro campi di calcetto, un campo da calcio a 11 regolamentare, con annessi spogliatoi e strutture ricettive come una sala per banchetti e premiazioni.
Una struttura potenzialmente utile e preziosa, che oggi è letteralmente invasa dalla vegetazione, e che da tempo è diventata una vera e propria discarica a cielo aperto.
Infissi rubati o sfasciati, calcinacci, recinzioni divelte, immondizia incendiata: la situazione non è solo preoccupante dal punto di vista del decoro urbano, ma anche pericolosa per via del nocivo impatto ambientale e sul piano della sicurezza.
Risale al 2014, la proposta del Comune di Lecce di indirre un bando pubblico per provare a riqualificare l’impianto affidandone la gestione ad un’associazione o una società esterna. Un progetto rimasto sempre al palo, rivelatosi sin da subito troppo ambizioso viste le condizioni di assoluto degrado del Centro sportivo.
Dopo una disastrosa gestione privata, la struttura è caduta nel dimenticatoio. Porte sbarrate dal lontano 2009, ultimo anno in cui il pallone ancora rotolava tranquillamente sui campetti in erba e in sintetico per la felicità di tanti ragazzi.

E lettera morta sono rimasti anche i recenti progetti per la riqualificazione dell’intera struttura. Il nome di Itaparica compare – ad esempio – anche nel piano delle alienazioni e valorizzazioni predisposto dagli uffici di Palazzo Carafa e approvato dal consiglio comunale il 29 settembre 2020. Ma dopo 8 mesi non si è mosso nulla. Silenzio su tutta la linea.

Sulla questione ha provato a chiedere lumi, più volte Arturo Baglivo, consigliere del Movimento 5 Stelle, con una interpellanza all’Amministrazione comunale nella quale ha chiesto di intervenire con urgenza per arginare il vandalismo, ripulire, mettere in sicurezza  e ridare dignità ad un impianto sportivo, che se sfruttato, potrebbe diventare un punto di riferimento per la marina leccese e per l’intero territorio comunale.

Sperando in un decisivo cambiamento di rotta, non resta che rimanere impietriti di fronte alle desolanti immagini scattate da Annamaria Niccoli.