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Mancosu promuove il suo Lecce. «Sapremo reggere la pressione»

E’ stato assente nell’ultimo mese, quello in cui il suo Lecce ha fatto capire ancora di più di essere una seria candidata alla promozione diretta. Adesso Marco Mancosu vuole prendere per mano la squadra di cui è capitano e portarla verso il paradiso della Serie A. 174 presenze in giallorosso con 50 gol all’attivo ed un aiuto in campo e fuori in cinque campionati giocati in Salento.

Mancosu adesso è felice di poter tornare protagonista nel momento fondamentale del torneo cadetto. «Per me è una grande vittoria essere di nuovo disponibile per giocare.» Così afferma il centrocampista sardo davanti ai giornalisti. «Sino a gennaio ho giocato la migliore stagione da quando sono qui. Non è dovuto a un miglioramento nel ruolo e non è dipeso dalla guida tecnica, ma è stato un perfezionamento mentale perché ho preso coscienza delle mie potenzialità. Negli ultimi mesi ho avuto dei problemi fisici, ma adesso sono felice di poter dare il mio contributo in questo rush finale.»

Questa pausa forzata del campionato ha fatto storcere il naso a molti per le modalità con cui è stato deciso di posticipare e concentrare gli ultimi quattro turni. Questo, però, permetterà a Corini di ritrovare a pieno regime il trequartista sardo, un calciatore che lo scorso anno ha mostrato a tutti di poter benissimo disputare da titolare un torneo di A e che oggi è un’opzione ad Henderson sulla trequarti, zona del campo importantissima per le manovre offensive del Lecce. «Mi sento come se fossi nel periodo della preparazione pre-campionato.» Continua Mancosu. «Son pieno di dolori, ma per il primo maggio sarò a disposizione del mister. Henderson sta giocando benissimo, sebbene fosse titubante all’inizio nel giocare nel ruolo di trequartista. Sta interpretando alla grande ciò che gli chiede il mister.  Non penso alla prospettiva di tornare in A, ma penso partita per partita, ad iniziare dalla sfida contro il Cittadella. Giocare alle 14? Devo confessare di avere un po’ paura di giocare così presto, anche se siamo una compagine che corre tantissimo e che potrebbe essere agevolata nel giocare a quell’ora.»

Mancosu vede una squadra ormai matura per il salto di categoria e fa i complimenti a Corini e alla società per come sono riusciti a cementare il gruppo. «Per Corini conta tanto il gruppo. A Vicenza sono andato in ritiro perché volevo essere di aiuto mentalmente come capitano e perché mi serviva per respirare nuovamente il clima della partita. In questo finale di campionato, la personalità farà la differenza come i dettagli. Le insidie sono tante, dal caldo agli infortuni. La società sta facendo un gran lavoro, come il mister, per sopperire alle difficoltà portate dal Covid. Rispetto a due anni fa, le differenze sono tante perché con Liverani abbiamo preso consapevolezza di poter salire con il passare delle giornate, ma eravamo una neopromossa. Adesso siamo una squadra che lo scorso anno era in A e, quindi, la pressione è diversa, ma abbiamo anche una rosa che sa reggere bene le responsabilità di dover salire.

In ultimo Mancosu parla del suo legame con il gruppo, che durante la partita contro la Salernitana ha voluto esporre una maglietta con il suo nome dopo il primo gol. « La squadra va alla grande, quindi, è più facile seguirla da fuori. Anche se non poter giocare, ma guardare solo i tuoi compagni, trasmette ansia perché si vorrebbe contribuire sempre al risultato. Mi ha fatto piacere il riconoscimento avuto nella sfida con la Salernitana. Esser ben voluto è ancora più importante dell’essere un buon calciatore per il gruppo.»