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“Io esisto”: in piazza gli operatori dello spettacolo

LECCE – Anche oggi un ennesimo flashmob di protesta in Piazza Sant’Oronzo. Questa volta è il turno degli operatori dello spettacolo che sono scesi per le strade a testimoniare le grandissime difficoltà nel quale versa l’intero settore.

La manifestazione è stata voluta da Arcipelago Spettacolo dal vivo Puglia, dal Coordinamento Arti di strada Puglia, dal Comitato formazione Danza Lecce in occasione della mobilitazione nazionale promossa da Professionisti della cultura e dello
spettacolo Emergenza Continua. Più di 20 piazze italiane per ribadire dalla base i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto cultura e spettacolo a fronte della paventata riapertura del 27.

Il Comitato Danza Lecce e Provincia esprime la propria solidarietà ai tutti i colleghi del settore cultura e spettacolo. – si legge in una nota – Le scuole di danza private di Lecce e provincia , riunite sotto diverse forme giuridiche esprimono grande preoccupazione per le difficoltà in cui versa il settore a fronte del perdurare della pandemia. Questo duraturo stop dettato dal Governo alle scuole di danza private metterà a serio rischio la loro sopravvivenza e futura ripresa con gravi perdite di carattere economico e conseguentemente di essenziali posti di lavoro. Noi viviamo di danza.

Un “presidio di solidarietà” che si è aperto con il suono del “silenzio militare”, quasi a celebrare un simbolico funerale ad un settore che da mesi si sente con le spalle al muro.

Nella giornata internazionale del teatro – si legge nel comunicato di Arcipelago Spettacolo dal vivo Puglia – ad un anno dalla chiusura, un anno senza lavoro per tutti, tranne che per le strutture messe a sistema, la base delle lavoratrici e dei lavoratori chiede con fermezza un riscontro delle Istituzioni regionali e nazionali per un confronto reale, la creazione di tavoli operativi di confronto, un piano straordinario progettuale per la stagione estiva.

Ancora una volta – continua – abbiamo assistito come a giugno 2020 all’ottusità delle Istituzioni che ci governano, le quali, pur di segnare un cambio di passo rispetto al Governo precedente, annunciavano con grandi proclami una ripartenza di fatto impossibile. Abbiamo bisogno di serietà, non di propaganda.
Abbiamo bisogno che chi ha nelle mani il presente e il futuro di migliaia di lavoratori e lavoratrici conosca il Paese reale con le sue esigenze, le sue richieste e le sue proposte.
Tante lavoratrici e tanti lavoratori stanno sopravvivendo a stento con l’elemosina delle misure tampone – completamente insufficienti – adottate dal Governo; mentre molti altri rimangono a mani vuote perché ancora incagliati nelle maglie della burocrazia , in ragione dell’atipicità delle posizioni previdenziali, dei rapporti lavorativi e delle innumerevoli declinazioni
dell’intermittenza tra lavoratori subordinati e autonomi, che costituiscono la “normalità” in questo settore. Dopo un anno, la macchina burocratica non è stata neanche in grado di sciogliere i nodi legati al respingimento di legittime richieste.

Insieme decine di operatori e operatrici  dello spettacolo, immobili, mentre stringono cartelli che recitano “Io esisto” , e poi ancora “Lo spettacolo è un lavoro“.

Chiedono risposte allo Stato,  sul tema delle riforme e del sostegno economico; in particolare chiedono la progettazione e realizzazione di tutte le misure, economiche e non, per garantire una vera e totale ripartenza del settore; il riconoscimento dei contributi figurativi per il 2020 e 2021; l’attuazione di una riforma strutturale del settore che tuteli realmente non solo grandi enti e grandi aziende ma anche e soprattutto lavoratrici e lavoratori.
Chiedono la concretizzazione di provvedimenti finalizzati al finanziamento e al sostegno delle piccole e medie realtà che si occupano di spettacolo e di cultura, che ad un anno dal blocco del pubblico spettacolo rischiano di chiudere e di non poter più compiere il loro fondamentale ruolo legato alla cultura di prossimità su tutto il territorio del nostro Paese.

Direttamente alla Regione Puglia chiedono un bonus emergenziale regionale, un ripensamento della misura Restart, la creazione di tavoli operativi di confronto fra le sigle datoriali, sindacali e di categoria e i coordinamenti anche informali con le Istituzioni e le Agenzie regionali preposte al settore Cultura e Spettacolo, per una più snella e condivisa,
orizzontale e reale analisi e soluzione delle criticità strutturali che la pandemia ha solo scoperchiato ma che sussistevano già da prima.
Inoltre chiedono la valutazione di un reddito di continuità proposto da Arcipelago, il Caiwa, il Care intagible work in Apulia, la cura del lavoro immateriale della Cultura e dello Spettacolo pugliesi, una misura di sostegno finanziario, di cura appunto della atipica condizione lavorativa per natura discontinua dei lavoratori dello spettacolo. Infine la creazione di un Osservatorio regionale per lo spettacolo, trasparente e partecipato che ripensi i meccanismi distributivi e di circuitazione degli spettacoli – a partire dal calendario unico regionale – pugliese.

Photogallery a cura di Andrea Stella