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La voce di Carmelo Bene celebra il “Dantedì”

LECCE – Una musica leggera inizia a diffondersi da Palazzo Carafa di Lecce, spargendosi per tutta Piazza S. Oronzo. I suoni che scandiscono come ogni giorno l’arrivo del mezzogiorno sono appena terminati, quando quella musica inizia a confondersi con una voce profonda. La voce è quella di Carmelo Bene, uno dei nomi altisonanti del teatro, che rivive dando vita ai versi più conosciuti di un’opera altrettanto famosa, La Divina Commedia.

Per circa cinque minuti il centro del capoluogo leccese si anima con la nota Lectura Dantis dell’artista salentino, tenutasi a Bologna il 31 luglio del 1981. Un evento eccezionale pensato dal Comune di Lecce, Università del Salento e Polo Bibliomuseale di Lecce per celebrare il Dantedì, che oggi si ricorda in tutta in Italia in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri.

“Celebriamo Dante Alighieri,– dichiara l’assessore alla Cultura del Comune di Lecce Fabiana Cicirillo – poeta e simbolo tra i più alti della cultura italiana ed europea in questa modalità simbolica, non potendo svolgersi manifestazioni pubbliche in presenza. È doveroso farlo ed è importante che questa iniziativa sia condivisa con l’Università del Salento e il Polo Bibliomuseale di Lecce, centri pulsanti di cultura della nostra città. Nei prossimi giorni, rispondendo anche alle giuste sollecitazioni ricevute dalla cittadinanza, provvederemo alla ripulitura del monumento bronzeo posto sulla facciata del municipio in via Rubichi, realizzato dal Bortone per il seicentenario nel 1921. La stella di Dante riluce con immutato splendore nelle vite e nei percorsi di formazione di giovanissimi e adulti, è giusto che anche i simboli con i quali la comunità ne ha celebrato l’importanza vengano curati con la dovuta attenzione.”

I due frammenti audio con la voce di Carmelo Bene sono stati riprodotti grazie a un dvd – parte di una pubblicazione della Teca del Mediterraneo (Biblioteca del Consiglio regionale della Puglia) – sul quale sono digitalizzate le riprese video della Lectura Dantis, sopravvissute grazie a Rino Maenza, organizzatore di quell’appuntamento e autore delle stesse. Ed ecco risuonare per l’intera Piazza Sant’Oronzo, i versi della struggente storia d’amore degli amanti Paolo e Francesca, protagonisti del Canto V dell’Inferno, e le rime che il poeta toscano dedicò alla sua amata con il sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare” tratti dalla “Vita Nova”.

“La voce di Carmelo Bene è uno dei grandi doni di questa terra alla cultura universale – dichiara Fabio Pollice, rettore dell’Università del Salento – L’incontro tra Dante e Carmelo Bene, scaturito da un frangente tragico della storia della nostra Repubblica, ha stabilito una nuova soglia nella comprensione dei testi danteschi. L’Università del Salento ha in progetto di continuare a dare vita a Celebrazioni dantesche di alto livello, con l’organizzazione di un convegno con relatori di assoluto prestigio internazionale. L’apertura delle nostre Celebrazioni avviene dunque con la voce di Carmelo Bene, ed è un grande auspicio e un onore per il nostro Ateneo partecipare a questa iniziativa.”

Un momento commemorativo che ha coinvolto notevolmente i pochi presenti che non hanno voluto perdersi quello che può essere considerato un piccolo attimo di evasione nel duro periodo della pandemia e della zona rossa, ovviamente secondo il rispetto delle norme antiCovid e sotto la sorveglianza delle forze dell’ordine, pronte a intervenire per evitare assembramenti.

Sensazioni coinvolgenti date anche dalla voce di un grande artista come Carmelo Bene, capace di emozionare chi l’ascolta, e non solo i leccesi, come racconta Stefano Cristante, Delegato del Rettore alla Comunicazione Istituzionale: “Nell’agosto del 1981 mi trovavo a Bologna, dove il Comune aveva organizzato un meeting giovanile a un anno dalla strage del 2 agosto 1980. Quando la voce di Carmelo Bene cominciò a leggere i versi di Dante Bologna si arrestò: i passanti si bloccarono, persi in quella voce capace di creare e di convocare l’intera comunità davanti al poeta.”