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La lettera del padre arriva dal fronte 77 anni dopo

CELLINO SAN MARCO – Ci sono voluti 77 anni perché una lettera dal fronte giungesse a destinazione. Non poteva credere ai suoi occhi Angelo Daga di Cellino San Marco, quando qualche giorno fa ha ricevuto la missiva scritta di pugno dal padre Oronzo Daga durante la prigionia in Tunisia, in piena Campagna d’Africa.

“Quando mio padre ha ricevuto la lettera – spiega la nipote Daniela – si è molto emozionato e anch’io. Un signore romano l’ha trovata in un mercatino dell’antiquariato di Roma e si è subito prodigato perché l’avessimo al più presto”. L’uomo, solito frequentare le bancarelle che raccolgono cimeli di guerra, ha recuperato la lettera e iniziato immediatamente le ricerche, per fare in modo potesse giungere a destinazione. “Non so bene come abbia fatto a trovarci, so soltanto che mio padre ha ricevuto la telefonata di questo gentiluomo e qualche giorno dopo abbiamo potuto leggerla”.

La data riportata è il 12 gennaio 1944, con indicazione della sezione postale del campo di prigionia “Middle Est Forges”, non chiaramente localizzabile. Il soldato Oronzo Daga scrive al padre e alla madre per rassicurarli sulla propria salute, per confortare la famiglia lontana e disperata per la sua assenza. “Ho ricevuto oggi la vostra lettera che è del 26 maggio 1943 – si legge – qui siamo tutti preoccupati per voi per dopo l’occupazione”. Poche righe ancora perfettamente leggibili nonostante il tempo, scritte con penna e calamaio, su un foglio a righe appena un po’ ingiallito, raccontano un pezzo della nostra storia. Manda i suoi saluti alla fidanzata, che sposerà non appena tornato a casa, ai cognati, alle nipotine, firmandosi come si usava un tempo, con cognome e nome.

È una storia di straordinaria empatia e generosità, di rispetto per un passato drammatico e piuttosto recente. E’ una carezza sul cuore. “Volevo raccontare questa storia – scrive Daniela nel suo post su Facebook – per farvi sapere che al giorno d’oggi esistono persone che hanno a cuore i sentimenti degli altri, anche se totalmente sconosciuti. Tenere in mano la lettera di mio nonno e leggerla, mi ha fatta emozionare un sacco”.

Saremmo felici anche noi di ringraziare di persona quest’anima generosa e gentile, rimasta anonima, per questo gesto carico di tanta bellezza. In un mondo in cui spesso le emozioni vengono sfalsate, in cui è difficile rapportarsi con gli altri soprattutto nel complesso momento storico in cui viviamo, ci azzardiamo a sperare che, forse, non tutto è perduto.