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L’avocado (e non solo) per allontanare lo spettro della Xylella

LECCE – Melograno, mango e, soprattutto, avocado al posto degli ulivi. La riconversione agricola del Salento, dopo la devastazione causata dalla Xylella, strizza l’occhio ai cambiamenti climatici che, a volte, possono anche essere motivo di sviluppo e nuovi business. Nasce così Salento Verde, progetto promosso dal Dajs (Distretto Agroalimentare di Qualità Jonico Salentino) e approvato dal Mipaaf all’interno del programma di rigenerazione “Innovazione e Benessere” nei territori colpiti da Xylella fastidiosa, che ha già raccolto l’adesione di imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia.
L’obiettivo è quello di introdurre sul territorio lo sviluppo di nuove colture più adatte alle esigenze e alle richieste del mercato mondiale dell’ortofrutta, come quella dell’avocado, attraverso un approccio professionale. Questo frutto tropicale, originario del Centro America, piace per il suo gusto particolare e la consistenza burrosa. E’ un ingrediente ormai fondamentale nella dieta degli statunitensi, che ne consumano 3,5 chili all’anno pro capite, ma anche in Nord Europa è molto apprezzato. E molti agricoltori salentini, alle prese con la crisi dell’olivicoltura, devastata da Xylella fastidiosa, si stanno lanciando in questo business.
L’avocado rappresenta la vera novità del progetto Salento Verde. Per caratteristiche climatiche e idrogeologiche il paesaggio agrario salentino rispecchia appieno la struttura del terreno ideale per la coltivazione di questa pianta, che predilige territori che godono di un invidiabile clima tutto l’anno e di temperature invernali miti.
Oltre infatti ad aziende locali con una grande tradizione olivicola che necessitano di diversificare il proprio parco agricolo, hanno manifestato grande interesse ad entrare in questa filiera imprenditori del Nord Italia che credono fortemente nelle finalità produttive del progetto. Tra queste la Orsero Group, leader mondiale nel settore dell’ortofrutta, che metterà a disposizione anche il Centro di distribuzione e condizionamento della sede di Molfetta, gestito dalla controllata Fruttital spa.
È facile immaginare come un progetto del genere possa generare ricadute positive sul livello occupazionale agricolo locale. Si potrà assumere a regime circa un centinaio di lavoratori che, a differenza degli stagionali impiegati per poche settimane nella raccolta delle olive, saranno invece impegnati nella produzione e distribuzione di queste nuove colture praticamente tutto l’anno. Una buona notizia se si pensa all’elevato numero di operatori agricoli disoccupati provenienti proprio dal settore olivicolo che, attraverso un’adeguata preparazione, potranno essere reinseriti nel settore.
Certo, avocado, mango e melograno non potranno mai sostituire gli uliveti, che fanno parte della cultura stessa della Puglia. Ma possono essere una valida alternativa per aiutare gli agricoltori a superare un momento difficile in attesa che il territorio possa tornare ai passati livelli di produttività di olio.
“La forza di queste colture – dichiara il coordinatore del progetto, Vincenzo Vadrucci, Presidente della Cooperativa Agromea e alla guida di Sole Italia, l’azienda ortofrutticola salentina che si pone come capogruppo di questa filiera – deriva dalla necessità d’impiego dei lavoratori per tutto l’anno, permettendo di formare operatori agricoli di grande professionalità. Da subito partiremo su un terreno nell’agro di Cutrofiano per poi espanderci su altri territori. Siamo convinti – conclude – che il Salento sia pronto a superare la monocultura per aprire le proprie potenzialità al mercato mondiale dell’ortofrutta.”