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 “Il tempo che viene”, la poesia protagonista con AnimaMundi

Giovedì 11 marzo alle 21 in diretta sulla pagina Facebook “AnimaMundi Otranto” è in programma il nuovo appuntamento de “Il tempo che viene”, ciclo di incontri con gli autori della casa editrice AnimaMundi.

In attesa di poter celebrare, il prossimo 21 marzo, la Giornata mondiale della poesia istituita dall’Unesco AnimaMundi chiama a raccolta quattro voci che con i loro versi contribuiscono ad “abitare poeticamente il mondo” come recita il titolo di un celebre libro di Christian Bobin, faro di AnimaMundi. Gli ospiti di domani sono Eleonora Nitti Capone e Emiliano Cribari, i quali dialogheranno con altri due poeti, Gianluigi Gherzi e Cristiano Sormani Valli.

Il tempo che viene” è un ciclo di incontri attorno alla poesia e al suo rapporto con il tempo presente, nato da un’idea di Cristiano Sormani Valli e Gianluigi Gherzi con la collaborazione di AnimaMundi. È una domanda fatta all’arte, e in particolare alla poesia, sulla forma, i modi, i riti con cui la parola può ritornare ad accompagnare le nostre vite. In questo momento così difficile e incerto, esacerbato dalla pandemia e dal distanziamento sociale, scosso da nuove, urgenti domande circa la direzione fin qui intrapresa e l’esigenza, sempre più urgente, di riappropriarci di una prospettiva di sviluppo umano sostenibile, la parola e la sensibilità dei poeti può contribuire a una riflessione inedita e aperta.

Con questa idea prosegue il ciclo di AnimaMundi, dopo gli incontri già realizzati con Giuseppe Semeraro, Mariachiara Tirinzoni, Claudia Fabris, Antonio Ferrara.

Eleonora Ines Nitti Capone studia Lettere classiche all’Alma Mater Studiorum di Bologna e lavora con il teatro. Ha pubblicato Maria dei Meschini (Oltretutto libri, 2018), Primo Fuoco (Musicaos Editore, 2019) e di recente ha partecipato alla raccolta poetica Sulla Paura – Parole in soccorso ai tempi del coronavirus (AnimaMundi 2020). È nata a Lecce nel 1998 e vive tra il Salento e Bologna.

La parola buona è la sua ultima raccolta, AnimaMundi Edizioni 2020. Come il cammello nel deserto si abbevera alla foce dell’acqua trovando ristoro, così il lettore di questa raccolta poetica potrà trovare conforto. Non perché le domande, quelle originarie, vengono risolte, ma perché i dubbi che le accompagnano accomunano chiunque abbia il coraggio di aprire “un varco tra una cosa e la cosa che le porta risposta”. I versi scritti da Eleonora Ines Nitti Capone anelano a un immenso che rima con misericordia, condivisione, generosità e fede. Che lo si chiami Dio, savio trattato come figlio di asinari, maestro o uomo lucente, queste poesie sono preghiere di speranza e abbandono, attese per un tempo di luce in cui fare festa, gratitudine da offrire al prossimo anche nel dolore. La verità “alberga in un piccolo figlio di donna o di bestia allo stesso modo”, in piccole parti che sono l’unità del tutto, per questo dovremmo pronunciare sempre e solo parole buone. Parole che, come dicono nel nome, si fanno parabole, racconti esemplari.

Emiliano Cribari, autore poliedrico attivo e premiato nel mondo del cinema, in cui ha lavorato per anni come regista (Brokers eroi per gioco, Festa del cinema di Roma 2008), della fotografia e del fotogiornalismo, affianca alla sua vasta esperienza artistica che passa anche dal teatro e dalla poesia un amore primitivo per la montagna, il quale lo conduce, dal 2019, alla scelta di operare come guida ambientale escursionistica.

La vita minima (AnimaMundi 2020) rappresenta il punto di raccordo delle diverse anime dell’autore. I versi conducono il lettore attraverso i paesaggi essenziali della montagna, restituendo gli inverni raccolti dei paesi dell’Appennino, entro un percorso che suggerisce la traccia di una scelta di vita realizzata “per sottrazione”, dai grandi circuiti del sistema cinematografico fino all’essenzialità del cammino a piedi. Negli istanti apparentemente tutti uguali scorgere la scossa in fondo al cuore, come l’eternità nelle storie semplici, non le feste ma i giorni senza data, la foglia stanca che cade, l’aria dei boschi. In questa raccolta di poesie che si chiude con degli appunti narrativi, Cribari lavora in sottrazione, togliendo per aggiungere, dire “solo” il necessario e accontentarsi di prestare attenzione all’immensa formica che scende dalla propria mano. Una rivoluzione della prospettiva, lente d’ingrandimento che restituisce la vera misura delle cose e travolge in tutta la sua essenzialità. Parlare della vita, definirla minima non per vanificarla ma per esaltarla. Una scrittura che non nasconde la morte per proteggerci, ma anzi ce la ricorda per santificare il mistero di ciò che siamo, per ritrovare la bellezza dentro l’angoscia, o nascosta dietro a una nuvola, nell’odore di un fiore. Un’ode alla vita cantata fra le stoffe di una merceria di paese, sui sentieri dell’Appennino, nelle piazze e nei mercati, tra la brezza marina, nelle attese da imparare e in tutti i racconti incompiuti che ci affanniamo a collezionare.

Emiliano Cribari è nato a Firenze nel 1977. Dal 1999 inizia a sperimentare nel contesto di svariati ambiti artistici: dalla poesia al teatro, dalla fotografia all’audiovisivo. Parallelamente matura alcune esperienze professionali anche nel campo dell’editoria e del giornalismo. Nel 2004 dà vita a “Le cose che so di me”, un movimento cinematografico che ha avuto modo di mettersi in mostra a livello nazionale soprattutto grazie alle collaborazioni con Cecchi Gori Home Video e RAI; ne scaturisce un insieme ricco e variegato di esperienze che lo impegna-no contemporaneamente nelle vesti di autore, regista e produttore. Nello stesso tempo si presta come regista anche per altre produzioni: è questo il caso del film Brokers eroi per gioco, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma del 2008. Vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, nel 2010 ha ricominciato a lavorare in fotografia. Nel 2014 è incaricato di raccontare il Forum Mondiale UNESCO sulla Cultura e le Industrie Culturali e gli Stati Generali della Lingua Italiana nel Mondo, nonché (come anche nel 2015 e nel 2017) il Festival delle Religioni. Ha fotografato allestimenti e mostre relativi a opere di Salvador Dalì, Antony Gormley, Jeff Koons, Pontormo, Bronzino, Jan Fabre e John Currin. Alcuni suoi reportage di stampo fotogiornalistico sono stati pubblicati anche su Lens Culture, Social Documentary Network e Witness Journal. Fra i suoi principali clienti figurano Chicco, MTV, Sotheby’s International Realty. In ambito teatrale, firma il testo e la regia dei monologhi Signori si muore (2007),  (2005). Nel 2019 pubblica la raccolta La cura degli istanti (Transeuropa).