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“Abbiamo Draghi ma non il Governo. Abbiamo fame ma non il Governo. Che caos”

“I giochi di Palazzo non fermano la pandemia e così il riconfermato Ministro della Salute Roberto Speranza, seguendo il canovaccio comunicativo del Conte 2, ci informa, a poche ore dell’attesa riapertura delle strutture sciistiche, di una proroga della chiusura precauzionale degli impianti.
Sarà pure lotta alla pandemia ma così si mortificano le attese e, soprattutto, l’economia di un settore che se avesse saputo di una chiusura per tre mesi o meglio, per l’intera stagione, avrebbe certamente subito meno danni.
Il bilancino di cencelliana memoria non risolve i problemi veri di un Paese in crisi di liquidità e, soprattutto, d’identità.
Tre ministri ad un partito tre ad un altro due a tizio ed uno a caio, ha sortito l’effetto Rosseau cioè solo un’apparente adesione al progetto ed ora tutti a domandarsi, insieme al buon Di Battista, ma ne valeva la pena?
Certo lo spread ci premia, le borse pure, ma gli Italiani? Difesi solo dalla Meloni e dal gruppetto di volenterosi parlamentari di FdI, sembra essere una scelta politicamente sgrammaticata soprattutto se si mettono in conto le molteplici fughe dai gruppi Parlamentari di quelli che, non essendo stati premiati con alcuna prebenda, non riescono a trovare ragioni sufficienti per sostenere questo Governo.
Forza Italia ringrazia ma implode, la Lega europeista non convince, i cespugli rimangono cespugli, a sinistra si litiga su tutto ed i 5S si predispongono alla dissoluzione e non solo mediatica.
Ma che grande confusione. Abbiamo Draghi ma non il Governo. Abbiamo i Ministri ma non il Governo. Abbiamo fame ma non il Governo. Allora proviamo a chiedere ad ogni Parlamentare che incontriamo, al bar o per strada, quale siano le ragioni vere di questo caos intellettuale che attanaglia il Paese rendendo tutti noi ostaggi di questi “cabrones” di masseria e scopriremo che il solo ed unico motivo reale è l’appannaggio mensile per i prossimi due anni.
Svegliamo le coscienze e rimbocchiamoci le maniche perchè nessuno di questi ci regalerà mai nulla di ciò che serve, a meno che non abbia una convenienza diretta, legge uguale per tutti comprese le stelline moltiplicate per 5.
Se andremo al voto sarà tra almeno un anno e nel frattempo ognuno dovrà fare i conti con la propria economia reale, con la salute, con il lavoro che non c’è, con le aziende che chiudono, con i processi che non si celebrano, con una classe dirigente pressochè ignorante ed impreparata ma sempre più dedita all’arte dell’arraffare il più possibile.
Soluzioni? Tolta una vera rivoluzione non credo ce ne siano. Ma siamo sicuri di volerla davvero?”