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Cingolani, dall’Università del Salento al Governo Draghi

Per anni ha insegnato nel Salento, prestando la sua preparazione all’ambito accademico, ora Roberto Cingolani è diventato Ministro alla Transizione Ecologica  del neonato governo Draghi. Nato a Milano nel 1961, Cingolani cresce a Bari, dove si laurea in Fisica nel 1985, per poi perfezionarsi alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Dal 1992 al 2004 è stato professore all’università del Salento, negli anni in cui il National Nanotechnology Laboratory è diventato un polo d’eccellenza internazionale per le nanotecnologie.

Dopo un periodo come visiting professor alla Tokyo University e all’americana Virginia Commonwealth University, nel 2005 diventa direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) di Genova, dove ha lanciato il programma interdisciplinare Humanoid Technologies dove Cingolani ha registrato personalmente 48 famiglie di brevetti. Dal 2019 è chief innovation officer di Leonardo, mentre fino al giugno 2020 è stato uno dei membri della task force governativa guidata da Vittorio Colao per affrontare la Fase 2 per il contenimento della pandemia scatenata dal coronavirus.

In un’intervista rilasciata nell’ottobre del 2019 a Repubblica, Roberto Cingolani provò ad anticipare quali sarebbero state le tecnologie del futuro: “Se devo immaginarmi le grandi rivoluzioni tecnologiche che verranno mi viene subito in mente il computer quantistico o la digitalizzazione genetica in medicina. Però per comprendere davvero cosa accadrà è necessario partire dai problemi. Questo è un secolo fortemente impattato dalla chimica, una chimica trasversale, che va dalle  sorgenti di energia alla sostenibilità, dalla chimica dei materiali a quella dell’ambiente. Ecco, la chimica sarà fondamentale ora  davanti a un enorme problema che stiamo già vivendo: quello della sostenibilità e del cambiamento climatico. Per cui immagino che le nuove tecnologie adesso dovranno concentrarsi su quello”. Ma per avviare con successo questo processo virtuoso – avvertì – “serve un cambiamento culturale”. E ora, per il prof che a Lecce ha lasciato un segno, è in arrivo l’esperienza con un Ministero nuovo, istituito per la prima volta in Italia.