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Importavano droga dall’Olanda: smantellato clan criminale

Dopo una intensa attività di investigazione durata oltre 2 anni, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, e dagli Agenti della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile della Questura di Lecce, sono state eseguite 23 misure cautelari coercitive della libertà, congiuntamente alla Direzione Investigativa Antimafia interessata per tutta l’attività di natura patrimoniale con sequestri preventivi per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro.

Sono attualmente in corso le attività di polizia giudiziaria che riguardano l’esecuzione delle restanti 3 misure delle 26 previste.

L’operazione denominata “Skipper”, condotta dalla Squadra Mobile ha evidenziato un ingente e consolidato traffico di droga istituito da un’organizzazione criminale del luogo alla cui attività illecita partecipava un considerevole numero di soggetti, perlopiù residenti nel basso Salento.

Le investigazioni, protrattesi per circa due anni, mediante l’impiego di intercettazioni ambientali e telefoniche, acquisizione dei tabulati, dispositivi di localizzazione e gps ed anche attività di osservazione, controllo e pedinamento, hanno permesso di rilevare l’esistenza di una consolidata e capillare rete criminale locale dedita stabilmente al commercio di cocaina. Nel corso delle indagini, sono stati eseguiti inoltre cinque arresti in flagranza di reato nonché il sequestro di circa 25 kg di cocaina, diverse armi e circa 90mila euro in contanti rinvenuti in possesso degli indagati.

Il costante monitoraggio della Squadra Mobile ha consentito di individuare personalità di spicco dell’organizzazione criminale, le modalità di comunicazione adottate, i mezzi impiegati, l’iter di importazione della sostanza ed i precisi ruoli rivestiti da ciascun partecipe.

Numerosi i mezzi di trasporto a disposizione dei criminali, opportunamente modificati allo scopo di occultarvi all’interno il narcotico, mediante la creazione di sottovani nella cabina di guida nell’area sottostante i sedili posteriori o nel vano portabagagli. I contatti fra i sodali avvenivano rigorosamente mediante l’utilizzo di un sistema di telefonia e messaggistica criptata di difficile e complessa decifrazione con lo scopo di eludere i controlli di polizia ed utile ad impedire che l’attività illecita potesse essere a loro direttamente riconducibile. Numerose le armi occultate all’interno di fabbricati o proprietà immobiliari, come pure molteplici erano gli edifici adibiti a locali di stoccaggio dello stupefacente presenti, sia nel sito di importazione olandese, che sul territorio salentino.

L’organizzazione presentava una gerarchia ben collaudata: G.A., 59enne salentino, era promotore, organizzatore, dirigente e finanziatore, dedito all’approvvigionamento della cocaina dall’Olanda ed ai contatti con i fornitori internazionali. P.P., 30enne di Acquarica del Capo, era preposto alla direzione delle importazioni dall’Olanda ed alla successiva distribuzione del narcotico in territorio salentino.

R.G., 53enne di Taviano, ridistribuiva la cocaina sulle principali piazze della provincia leccese.

U.N., 32enne di Presicce, e R.A.D., cinquantatreenne di Taviano, trasportavano, acquistavano e vendevano cocaina nei territori di competenza e ritiravano il denaro connesso alle operazioni.

B.L., 53enne campano, dipendente di una ditta di autotrasporti con sede in Villa Literno (CE), metteva a disposizione i mezzi per il trasporto e la consegna di armi e droga, il quale curava direttamente il trasporto dello stupefacente da Amsterdam fino al luogo di stoccaggio napoletano, e da qui, nel territorio salentino, curandosi inoltre, del trasferimento di denaro dalla provincia leccese in Olanda.

Attorno alla struttura centrale si snodava poi l’apporto criminoso di numerosi ed ulteriori soggetti, dediti all’acquisizione della droga ed alla sua successiva immissione sul mercato.

La struttura criminale presentava un modus operandi minuziosamente approntato: il narcotico, originariamente prodotto in Sud America, giungeva in Olanda, precisamente ad Amsterdam, dove venivano adibiti appartamenti ad hoc per i corrieri, decine di magazzini atti allo stoccaggio della droga nonché vari locali-garage per la custodia di autoarticolati ed i mezzi necessari al carico e trasporto. Ingenti quantitativi di cocaina venivano poi importati periodicamente dall’Olanda, sotto la supervisione della figura apicale, il cinquantanovenne G.A., il quale, dirigeva poi i successivi trasporti e le consegne nel Salento, effettuate con sistematica periodicità dai suoi uomini di fiducia. Questi ultimi, avvalendosi di mezzi di trasporto facenti capo ad una ditta napoletana, effettuavano una sosta presso il luogo di stoccaggio campano per poi provvedere a consegnarlo nel Salento.

Della distribuzione sul territorio salentino si occupava invece, in qualità di organizzatore, il trentenne P.P., il quale, giunta la sostanza importata, gestiva, per il tramite di alcuni suoi gregari, la successiva consegna agli altri partecipi del sodalizio criminoso. Questi ultimi avrebbero poi provveduto alla cessione dello stupefacente sulle principali piazze di Nardò, Ruffano, Scorrano, Acquarica del Capo, Lecce, Taviano, Taranto.

Con la medesima ordinanza è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni frutto di reato – perlopiù di proprietà immobiliari site nell’ambito della provincia di Lecce e di quella di Salerno e conti correnti bancari – per un valore di oltre 4 milioni di euro, a carico di quattro dei soggetti indagati.

Nel medesimo contesto operativo in raccordo con la polizia Olandese, si stanno eseguendo perquisizioni, nella città di Amsterdam, nei magazzini siti dell’area portuale dove veniva stoccata la sostanza in arrivo dal sud America prima di essere inviata in Italia, nonché abitazioni poste nell’immediata periferia extraurbana ove soggiornavano i corrieri li giunti dall’Italia per caricare la sostanza da trasportare.

Per l’arresto di alcuni dei sodali fuori dalla provincia leccese, hanno lavorato congiuntamente le Squadre Mobili di Roma, Napoli, Caserta, Brindisi e Taranto.

Stretta anche la collaborazione con le Autorità di polizia estere, vista la presenza in altri Stati, in particolare Germania e Brasile, di alcuni degli indagati. La localizzazione e cattura di questi ultimi cosi come tutte le varie attività eseguite in territorio estero, è infatti avvenuta grazie all’attività di intelligence svolta in raccordo con le articolazioni estere della Direzione Centrale Antidroga e della Direzione Centrale Polizia Criminale.