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No alla Dad, la protesta dei genitori dei bambini di una elementare

Una  rappresentanza dei genitori della Scuola primaria di Lequile ha scritto una lettera al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano speeigando le ragioni della protesta odierna. Di seguito il testo integrale:

“Caro presidente Emiliano,

oggi 30 ottobre 2020 un nutrito gruppo di genitori dei bambini della scuola primaria di Lequile ha deciso di spegnere i dispositivi e non ha fatto partecipare i propri figli alla Dad prevista per oggi.
Stessa cosa faremo la prossima settimana.
Ci sentiamo profondamente traditi perché la scuola a cui abbiamo affidato i nostri figli ci era stata presentata come un posto sicuro e tale ci era sembrato in questo mese ora viene chiusa così come se fosse la risoluzione al problema.
E quindi tutti in Dad. Tutti?! Come si può equiparare tutti gli ordini e i gradi d’istruzione in questo modo selvaggio? Come si può pensare che un alunno della scuola primaria possa avere le stesse abilità informatiche di uno studente del liceo? Alcune  famiglie sono anche sprovviste di tablet e pc, o di connessione internet. È evidente che nella dad saremo noi genitori impegnati in prima persona al loro fianco per il tempo che trascorreranno davanti al PC e francamente qualcuno ancora riesce a lavorare e dovrebbe assentarsi.
A chi affideremo i nostri bambini quando andremo a lavorare? Forse ai nonni, forse a baby sitter? È una lotteria!
Ma quello che più ci preme è senz’altro privare ancora i bambini del diritto alla socialità e alla condivisione che, pur attenendosi strettamente alle regole per contrastare la diffusione del virus, in questo mese erano riusciti a riassaporare.
In molti casi parliamo di bambini di appena sei anni: che valenza può avere il tempo passato davanti ad uno schermo? Cosa crede che potranno apprendere da uno schermo? Nulla.
I bambini della scuola primaria inoltre si recano a scuola accompagnati direttamente da noi genitori o con scuolabus comunali ben predisposti. Non influiscono dunque in nessun modo sull’affollamento del trasporto pubblico.
Per tutte queste ed altre motivazioni, che non prescindono in nessun modo dalla tutela alla salute che è priorità assoluta per tutti noi, ci associamo a tutte le richieste di revisione dell’ordinanza tenendo conto delle esigenze dei più piccoli che non possono pagare ancora un prezzo così alto. Prezzo già pagato nei mesi di marzo, aprile e maggio”.