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Lecce, vittoria di pazienza. Ad Ascoli decidono Mancosu e Henderson

ASCOLI – La pazienza del ragno era il titolo di un romanzo di Camilleri di qualche anno fa. Il Lecce sarebbe potuto essere il protagonista di un libro con il medesimo titolo per come ha saputo oggi tessere la sua ragnatela e stanare nel secondo tempo l’Ascoli. Bisogna ammettere che la squadra bianconera è sembrata ben poca cosa, almeno in questo periodo in cui il mercato è ancora aperto, ma anche il Lecce è un cantiere aperto e Corini alla vigilia ha avute le scelte obbligate a centrocampo.

Il tecnico così all’inizio del match decide di schierare Mancosu nei tre della mediana, inserendo nel tridente offensivo Adjapong e Listkowski a dar manforte a Coda. L’impossibilità di disporre di un vero playmaker dal fischio iniziale (Majer si vede che può farlo a fatica), produce l’effetto di rallentare la manovra offensiva giallorossa, dove Mancosu appare frenato nella nuova posizione.

Sono gli ascolani, invece, a cominciare meglio, supportati dalla verve di Chiricò, l’ex con il dente avvelenato. E’ lui ad impegnare Gabriel con un tiro a giro e ad imbeccare subito dopo Bajic, che si fa respingere il tiro dal bravissimo portiere brasiliano.Si era ancora al decimo minuto e sembrava che per Gabriel il pomeriggio dovesse essere impegnativo. Ed, invece, Corini registra la squadra in campo e nel prosieguo del tempo sono i giallorossi a prendere il possesso della sfera, pur non impegnando mai severamente Leali. All’intervallo, così, si va sul punteggio di parità con la sensazione che con questo tipo di schieramento, difficilmente il Lecce avrebbe potuto far male agli avversari.

Questa sensazione deve averla avuta anche Corini negli spogliatoi, visto che il tecnico al quinto giro di lancette della seconda frazione decide di mandare in campo Tachtsidis. Il greco, che ancora deve riprendere un ritmo ottimale dopo la positività al Covid, entra al posto di Zuta, così che il Lecce viene completamente ridisegnato. Adjapong, fresco di convocazione con la under 21 azzurra, arretra in difesa, Listkowski passa a destra e Mancosu va a fare l’esterno di sinistra, con libertà di movimento tra le linee.

La mossa risulta subito vincente perché all’ottavo minuto il Lecce passa. Lucioni recupera palla sulla trequarti e smista sull’esterno. Questa giunge a Listkowski che pennella un cross perfetto verso l’area sul quale prova la deviazione di testa lo stesso Lucioni. La palla però supera il difensore giallorosso e giunge sul destro di Mancosu, che al volo brucia le mani del portiere ascolano. L’esultanza verso il cielo fa capire che la dedica del primo gol in campionato dei giallorossi è per il suocere del centrocampista, scomparso di recente.

Passato in svantaggio, l’Ascoli si riversa nella metà campo giallorossa e il neo entrato Velios avrebbe al ventesimo l’occasione per pareggiare. Chiricò batte un punizione dalla trequarti, servendo Brosco sul secondo palo. Il difensore la rimette al centro di testa, dove il greco ascolano è senza marcatura e prova ad arpionare il passaggio. Probabilmente avrebbe depositato in porta l’assist se Gabriel, con una mossa felina, non fosse riuscito a smanacciare la palla in angolo, facendo esultare la panchina giallorossa come se ci fosse stato un gol.

E dopo pochi minuti il gol arriva eda favore del Lecce. Tachtsidis è un autentico direttore d’orchestra e detta i tempi alla perfezione dando velocità alla manovra. La palla finisce al limite dell’area per Coda che, invece di tirare, serve sul filo del fuorigioco Henderson. Lo scozzese sembra un attaccante navigato per come spedisce la palla in rete, chiudendo di fatto il match.

Nel prosieguo dell’incontro, l’Ascoli prova con tanta confusione a farsi pericoloso dalle parti di Gabriel, ma le occasioni per dilagare capitano sui piedi dei giallorossi e Stepinski, entrato per Coda, ha almeno due volte la possibilità di bagnare con una rete l’esordio con la sua nuova maglia, fallendole però banalmente. Alla fine è comunque festa per il Lecce e di Corini che ha fatto capire come la sua squadra diventi letale, anche in assenza del suo uomo più imprevedibile Falco, quando può schierare tutti i suoi uomini nella loro posizione ideale.

Adesso spazio al mercato, che chiuderà lunedì, e poi sarà solo il tempo a dire quanto questo Lecce potrà crescere. Intanto le premesse ci sono tutte, e anche i punti in classifica.