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Asfalto e polemiche. Guido attacca, De Matteis risponde

LECCE – Ci mancava solo questa per movimentare l’estate salentina. Una bella polemica in salsa leccese. Protagonista una lingua di asfalto comparsa in vico dei Paleoli, nel centro storico, a due passi da piazza Sant’Oronzo. Ad innescare la miccia ci ha pensato il vicepresidente del Consiglio comunale ed esponente di Fratelli d’Italia, Andrea Guido. “Non è la prima volta che l’antico basolato viene coperto dal grigio bitume – afferma – Sembrerebbe che sia diventata un’abitudine di Palazzo Carafa optare per questa scriteriata, ma veloce ed economica soluzione. Questa volta è toccato a via dei Paleoli, proprio in Piazza Sant’Oronzo. Sarà stata la smania di raggiungere gli obiettivi di mandato o la fretta di accontentare qualcuno a 2 settimane dal voto? O forse l’intento di rendere perfettamente idonea ogni via del centro per le gare di monopattino? Fatto sta che in via dei Paleoli da ieri mattina è disponibile una bella colata di asfalto dove fino a ieri era tornato alla luce l’antico basolato”. C’è di più. Secondo Guido chi ha effettuato i lavori non ha voluto tenere conto neanche dei tombini Aqp. “Molti di essi, infatti, sono stati completamente ricoperti dallo strato di asfalto, impedendo qualsiasi attività futura di manutenzione e di disinfestazione delle condutture”.
Fin qui l’accusa. A prendere le difese dell’amministrazione comunale è l’assessore alla Mobilita Marco De Matteis che parla apertamente di polemica in cattiva fede. “La storia di fantasia relativa all’asfalto che questa amministrazione avrebbe utilizzato per via dei lavori di Open Fiber ricoprendo il basolato di via dei Paleoli è appunto una storia di fantasia contrattacca De Matteis – Quella via già asfaltata da amministrazioni precedenti alla nostra si presentava prima dei lavori come vedete nelle foto. La società Open Fiber – al fine di effettuare i lavori che consentono un potenziale allaccio alla fibra ottica di 56.000 abitazioni – per realizzare i lavori ha dovuto rimuovere quell’asfalto sotto il quale si presentava un basolato rotto in più punti e con un dislivello di circa 5 centimetri rispetto alla piazza antistante. Dopo i lavori la suddetta via è stato riasfaltata in maniera adeguata”.
Fine della storia? Nemmeno per idea. Perché il pastrocchio rimane. E non può essere sempre colpa di qualcun altro. Quella stradina – cosi come tante altre viuzze rimpiazzate del centro storico di Lecce – meritano maggiore attenzione e considerazione. Drenare le risorse necessarie per ripristinare l’antico basolato è una priorità per una città che si fregia di essere, a buona ragione, una città d’arte.