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Allarme mattanza di greggi, sbranate dai lupi 25 pecore

BARI -E’ mattanza nelle stalle e sui pascoli di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e agnelli uccisi in Puglia, dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti sulla Murgia barese e tarantina e sul Gargano. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, a seguito della recrudescenza del fenomeno degli attacchi dei lupi, triplicati anche a seguito del lungo lockdown per il Coronavirus, che nella notte in provincia di Taranto, in un allevamento tra Mottola e Martina Franca, nei pressi del bosco di sant’Antuono, hanno attaccato e ucciso 25 pecore e gravemente ferito il resto del gregge che sarà destinato all’abbattimento.

“Nel giro di dieci anni – denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – i lupi si sono moltiplicati, mettendo a rischio non solo gli animali nelle stalle e al pascolo, ma anche la vita stessa di agricoltori  e allevatori. In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con un danno pari ad oltre 11 milioni di euro. Sono essenziali misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l’allevamento è l’attività principale, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze pugliesi, come la pecora ‘Gentile’ di Altamura o la ‘Moscia’ leccese. Il problema dei grandi carnivori sta diventando insostenibile ed è necessario trovare una soluzione in tempi rapidi”,

Secondo quanto riferisce la Codiretti Puglia, le prede o spariscono perché i lupi le portano via o vengono azzannate alla giugulare e lasciate morte in loco, oppure se ne ritrovano solo brandelli. Agli animali uccisi si aggiungono i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti. Negli ultimi anni si è reso necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo, portando la resistenza degli agricoltori al limite. Questa situazione si somma ai problemi di sovrappopolamento di numerose altre specie selvatiche, dai cinghiali agli storni, dai cormorani alle lepri, che si moltiplicano in una situazione di assoluta mancanza di adeguate misure di programmazione necessaria per evitare il conflitto con il lavoro agricolo. Come la stessa Coldiretti Puglia denuncia, Solo da gennaio a settembre 2019 i lupi hanno attaccato, ferito e ucciso 510 capi, sulla base delle denunce degli allevatori.

 “Il tema ormai ingestibile della fauna selvatica e dei predatori – insiste il presidente Muraglia – va affrontato ai massimi livelli con una strategia congiunta tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Puglia per stabilire le misure da adottare a tutela delle aziende agricole e zootecniche”.