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Se ne va Beppe Barletti, una vita a Torino, ma con il cuore a Lecce

TORINO – Un altro volto storico del giornalismo sportivo del XX secolo se ne è andato. Ieri è morto a 91 anni Beppe Barletti, corrispondente da Torino per il noto programma Rai, 90° minuto, che fino ai primi anni Novanta ha accompagnato i pomeriggi della domenica di ogni appassionato di calcio. Un programma che tutti i tifosi attendevano in un periodo, quello dagli inizi degli anni Settanta sino all’arrivo delle Pay-tv, nel quale i tifosi potevano solo ascoltare alle radio i resoconti delle partite, fantasticando su come i gol venivano realizzati e poi vedendoli materializzarsi attraverso il rotocalco televisivo che era condotto magistralmente da Paolo Valenti.

Beppe Barletti si alternava dal capoluogo piemontese con il più giovane Carlo Nesti, raccontando a suo modo le partite di Juventus e Torino. Tanti tifosi delle due squadre si chiedevano se il giornalista fosse tifoso dei bianconeri o dei granata. Ebbene, Barletti, pur vivendo a Torino da tantissimi anni, aveva il cuore calcistico più a sud. Proprio in Salento. La sua passione per il calcio era nata a Lecce, visto che suo padre era proprio del centro città, un ingegnere che si era trasferito a Torino nel Dopoguerra, nella città della moglie. Barletti ha vissuto in gioventù anche in città e per i colori giallorossi ha anche giocato da ragazzino, prima del trasferimento nel capoluogo piemontese. In una intervista di qualche anno fa per il giornale on line “Indiscreto.info” il giornalista di origini salentine volle fare chiarezza sul suo tifo. “Mio padre era di Lecce e per qualche anno a Lecce e nel Lecce ho anche vissuto e giocato: quella è la mia squadra del cuore, anche se ovviamente quei pochi amici che ho nel mondo del calcio sono tutti legati a Juventus e Torino”.

Uno splendido attestato di stima per la sua terra di un giornalista che avrebbe potuto farsi trascinare dai successi delle più quotate squadre della città in cui ha vissuto a lungo. Ed invece, Barletti, classe 1928, ha vissuto da ragazzo il miracolo Lecce della promozione in B negli anni ’40 e poi ha sofferto per quasi trent’anni l’assenza dai grandi palcoscenici del calcio nazionale.

E’ confortante sapere che ci abbia lasciato con il Lecce in Serie A, guardando la sua squadra calcare quei terreni di gioco che per anni ha descritto con bravura e professionalità attraverso la televisione di Stato.