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Avanza la xylella, infettati ulivi baresi

BARI –  Non si arresta la diffusione della xylella che, oltrepassando i confini del Salento, arriva in provincia di Bari. Dai risultati delle ultime analisi, infatti, sono risultati infetti cinque ulivi situati nelle campagne di Lorotondo.

A lanciare l’allarme è la Coldiretti Puglia che denuncia la gravità della situazione con altri 49 ulivi intaccati dal batterio fastidioso, di cui 2 a Crispiano, 3 a Ostuni, 39 a Francavilla Fontana, oltre ai 5 di Locorotondo. Un’avanzata dovuta anche ai ritardi negli espianti che hanno consentito  alla xylella di espandersi.

“Le nuove infezioni accertate – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia –  fanno tremare la provincia di Bari. Lo scenario si aggrava ulteriormente mentre continua a mancare una strategia condivisa e univoca tra enti regionali, nazionali e comunitari per fermare la malattia. Sotto accusa ci sono anche le responsabilità comunitarie a partire dal sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam.”

Sulla base dello studio della prestigiosa rivista americana PNAS si temono danni per miliardi di euro nei prossimi 50 anni in Europa e in Italia, nel caso non si riuscisse a fermare l’infezione, con un impatto economico che potrà crescere fino a 5,2 miliardi di euro.

“La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) – conclude la Coldiretti – ha lanciato l’allarme sulla diffusione della xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l’altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo con il contagio che avanza inarrestabile verso nord.  Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l’arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provocano stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale anche con l’avvio di una apposita task force.”