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Norma “anti ricorsi” per la Figc. Pericolo per il Lecce?

ROMA – E’ di questo pomeriggio la notizia che le squadre professionistiche potranno ricominciare ad allenarsi in gruppo da lunedì prossimo, 18 maggio, in attesa che si decida una data per far ripartire la Serie A e la B.

Finalmente c’è stata la fumata bianca tra Federazione e Governo in quanto il presidente Gravina ha accolto le osservazioni del Comitato Tecnico Scientifico sulle misure che i club dovranno adottare per far ripartire gli allenamenti delle squadre.

Questo passo è molto importante nel tentativo di far ricominciare un campionato ormai fermo da due mesi e mezzo e con giocatori che hanno vissuto anche il dramma di essere risultati positivi al Covid-19.

L’Uefa, che vorrebbe entro fino maggio delle risposte chiare dalle varie Federazioni sulla programmazione per la ripresa dei vari tornei europei, appare preoccupata per il caso italiano e per gli stringenti paletti posti dal Comitato Tecnico Scientifico.

La ripartenza, se ci sarà, dovrà essere perfetta dal punto di vista della sicurezza e non potrà avere il minimo intoppo, cosa che, quindi, fa di molto scendere le probabilità che si possa ultimare il campionato di Serie A. Per questo motivo il Governo ha inserito nel Decreto “Rilancio”, che vedrà la luce a breve, una norma che tutela la Figc nel caso di una possibile interruzione definitiva dei vari tornei.

L’artico 211 quater, infatti, punta a limitare i tanti probabili ricorsi che scaturirebbero da scelte fatte a tavolino dalla Federazione. Nel testo si dice chiaramente che “le federazioni sportive possono adottare, anche in deroga alle vigenti disposizioni dell’ordinamento sportivo, provvedimenti relativi all’annullamento, alla prosecuzione e alla conclusione delle competizioni e dei campionati, ivi compresa la definizione delle classifiche finali, per la stagione sportiva 2019-2020 nonché i conseguenti provvedimenti relativi all’organizzazione, alla composizione e alle modalità di svolgimento delle competizioni e dei campionati per la successiva stagione sportiva 2020-2021”.

E’ evidente che questa norma potrebbe creare qualche problema al Lecce che si trovava nel momento della sospensione del campionato al quartultimo posto in coabitazione con il Genoa, con un risultato di parità nell’unica gara effettuata, ma avendo contro la differenza reti generale.

Se la Figc dovesse scegliere per l’interruzione del campionato e decretare tre retrocessioni d’ufficio, il Lecce potrebbe amaramente trovarsi retrocesso. Questa però è solo una delle tante possibilità, ed anche la più remota, perché una scelta in tal senso sarebbe una grossa patata bollente per tutto il palazzo del potere calcistico.

Il motivo è che la Serie A è stata interrotta alla ventiseiesima giornata, ma non tutte le squadre hanno disputato lo stesso numero di partite. Di conseguenza, dal punto di vista giuridico, il campionato andrebbe fermato prendendo per buona la classifica alla ventiquattresima, quando il Lecce era ancora ampiamente sopra la zona rossa. E’ naturale, però, che i tifosi siano preoccupati in quanto in passato il Lecce è stato penalizzato da scelte compiute a livello verticistico e l’impossibilità di poter far ricorso è sicuramente un motivo in più per stare all’erta.

La speranza (ma questo è anche un ragionamento logico) è che la Federazione, in caso di fine anticipata delle competizioni, possa limitarsi a due retrocessioni, riprendendo quanto deciso già in Francia per le prime due leghe professionistiche. Questo perché, davanti all’impossibilità di disputare i playoff di B, sarebbe impossibile decretare la terza promossa in A. E questo varrebbe anche per i playout del torneo cadetto, riducendo anche lì il numero di retrocessioni. Tale soluzione sarebbe anche in linea con quanto visto durante il corso del campionato, dove Spal e Brescia (le ultime due della graduatoria) avevano ormai poche chance di salvezza al momento della sospensione.