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E’ un tempo sospeso, non un tempo perduto

“Ci sentiamo in un limbo, smarriti e alla ricerca disperata di una bussola capace di orientarci verso approdi più sicuri. Il Coronavirus ci ha messo in un angolo ma ci ha indicato anche una via d’uscita. Quando tutto questo sarà finito torneremo a salutarci, abbracciarci e baciarci. E’ vero. E, molto probabilmente sarà ancora più bello, magari – si spera – anche più autentico. Perché anche un semplice “Ti voglio bene”, “Ti desidero ““Mi manchi”, “Ci vediamo presto”,  “Ti aspetto”, assumerà un altro significato, più profondo, più sincero.

Nel frattempo accontentiamoci di vivere in un tempo sospeso. Attenzione, però, non è un tempo perduto. Perché diventa il tempo delle riflessioni e delle meditazioni, degli esami di coscienza individuali, degli interrogativi e di dubbi mai risolti che riaffiorano nella mente e sembra non vogliano andar più via. Ma c’è ancora spazio nella nostra vita per riallineare i percorsi dei rimorsi e dei rimpianti, di quello che poteva essere e non è stato. Perché nulla è perduto: occasioni, opportunità, sentimenti.

Resettiamo tutto e ripartiamo da zero. Abbiamo la possibilità per farlo. Per chiederci chi siamo. Per chiederci cosa vogliamo dalla nostra vita. Per chiederci, insomma, se siamo felici. Altrimenti rischiamo solo di subire passivamente un momento che comunque farà parte, a pieno titolo, dei libri di storia. Ben Herbster non a caso diceva che il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare. Ecco, domandiamocelo, senza paura di mostrarci deboli e fragili. Lo siamo tutti, d’altronde. Mai come questa volta, però, la noia diventa un’opportunità, la stura per aprire il cuore e la mente, per diradare i nostri pensieri, alla stregua di una sfera di cristallo che si dipana e si delinea nella sua limpidezza, facendoci osservare tutto in maniera più chiara. E’ come se i condizionamenti e le convenzioni sociali, il conformismo e l’omologazione, all’improvviso venissero messi a nudo per lasciare spazio a nuovi orizzonti, decisamente più rosei.

E’ l’occasione buona per rintracciare i germogli della rinascita, per lasciare la strada dell’infelicità, della mestizia e della frustrazione per proiettarci in una nuova vita, nella quale le esperienze e le relazioni dovranno essere necessariamente significanti. Una vita nella quale l’io dovrà lasciar spazio al noi. Proviamoci. E’ questa la vera sfida da vincere”.