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Scuole da sanificare a Taranto. E a Lecce scoppia la polemica

BARI – I primi effetti del primo caso sospetto di coronavirus riscontrato a Taranto si fanno sentire. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – di concerto con il presidente della Provincia di Taranto, col sindaco di Taranto, col prefetto di Bari coordinatore dei prefetti pugliesi, con il direttore dell’ufficio scolastico regionale – ha disposto che a partire dalla giornata di oggi e sino a domenica 1 marzo verranno effettuate in tutte le scuole di ogni ordine e grado della provincia di Taranto, operazioni sanitarie di sanificazione, in attesa di concordare con il Governo una specifica ordinanza che contenga ulteriori provvedimenti di prevenzione sanitaria. A tal fine il presidente della Provincia della Provincia e i sindaci emetteranno provvedimenti di chiusura degli istituti scolastici al fine di procedere alle operazioni suddette.

Decisione che appare inevitabile alla luce del contagio contratto dal 33enne di Torricella in fuga da Codogno nel milanese, uno dei comuni isolati per il virus. Intanto  a Lecce scoppia la polemica. Ad accendere la miccia è il consigliere comunale Giampaolo Scorrano. “In attesa di conoscere eventuali decisioni del sindaco di Lecce o del presidente della provincia circa la chiusura straordinaria delle scuole, mi giungono numerosissimi messaggi di genitori che, autonomamente, hanno deciso di non portare i propri figli a scuola.

Chiedo nuovamente ai rappresentanti delle nostre istituzioni di prendere urgenti provvedimenti tesi alla salvaguardia della popolazione locale”. Nello specifico Scorrano chiede la chiusura delle scuole (in particolare infanzia e primo grado) per effettuare interventi straordinari di sanificazione ed igienizzazione; la dotazione di presidi sanitari (mascherine, gel disinfettanti, e via discorrendo) in tutti gli uffici pubblici, comprese le scuole; la chiusura al pubblico della partita Lecce – Atalanta; un’adeguata campagna informativa su tutti gli organi di stampa; un controllo immediato con apposito tampone su tutti coloro che, per ragioni di vacanza e/o lavoro, sono stati nell’ultimo periodo anche solo nei pressi della zona rossa; la fornitura in tutte le strutture ospedaliere del territorio di appositi tamponi e di tutti i dispositivi necessari.

“Non c’è più tempo – conclude Scorrano – per aspettare le decisioni di chi ha già consentito la diffusione del virus sul territorio nazionale e non è giusto che i cittadini debbano tutelarsi in via del tutto autonoma e, probabilmente, con scarsi risultati”.