Salentolive24 in diretta dal Salento

Camera di Commercio e partite Iva: proteste e proposte

 

LECCE – Si scaldano i motori in vista del rinnovo degli organi statutari della Camera di Commercio di Lecce e resta accesa la protesta del popolo delle partite iva. Scende in campo Confimprese chiedendo di dare più voce alle aziende iscritte alle Camere: “È ormai improcrastinabile una legge che permetta a tutti gli imprenditori di eleggere i propri rappresentanti con Smart-card – ha affermato Roberta Mazzotta, consigliera e componente di Confimprese – È venuto il momento di trasformare in proposte serie l’urlo di esasperazione delle partite iva, che sono scese in piazza perché sono state lasciate sole: colpa della pressione fiscale che lo Stato ha imposto per spremerle senza dare nulla in cambio. Il grande movimento spontaneo, balzato agli onori delle cronache in questi giorni, è il risultato del fallimento da parte delle associazioni di categoria che evidentemente non hanno saputo tutelare gli interessi collettivi. È venuto il momento di cambiare”. “L’era dei vecchi baroni, preoccupati solo di occupare costosissime poltrone al solo fine di mantenere stipendi e comando . afferma Mazzotta – è finita da molto tempo ormai. Bisogna prendere coscienza di un fatto: possiamo tutelare i nostri interessi partecipando e votando all’interno degli organi rappresentativi direttamente nelle istituzioni come la Camera di Commercio”. Soluzione semplice ma scomoda per chi ha sempre gestito la cosa a tavolino e a quattro mani! Una legge sbagliata e la riforma deficitaria delle Camere di Commercio non garantiscono una giusta rappresentatività a tutti. Oggi i rappresentanti delle imprese in camera di commercio sono designati dalle associazioni di categoria, che rappresentano solo forse poco più del 10% degli iscritti in camera di commercio e alcuni non sanno nemmeno di essere iscritti, perché vengono associati dai loro consulenti. È venuto il momento di mandare in cantina il vecchio sistema baronale per aprire le porte a tutti gli imprenditori del territorio, che devono essere posti nella condizione di votare attraverso la Smart-card di cui ognuno di loro è munito per legge. C’è bisogno di un intervento serio del legislatore che deve sposare la tesi della democrazia, della legalità e della trasparenza. Dev’essere tutto il mondo dell’impresa a votare i propri rappresentanti per ottenere norme che vanno nella direzione della difesa vera degli interessi collettivi della categoria. Un’operazione trasparenza che metta fine a stipendi dorati, rimborsi stellati il più delle volte a beneficati incapaci di vedere che oltre il proprio orticello il mondo è in continua evoluzione”.

All’appello si unisce anche Alessia Ruggeri, Presidente di PIN (Partite IVA Nazionali), associazione nata spontaneamente da poco, dai commenti vivaci che insorgono quotidianamente sui social nonché dalle ceneri della manifestazione di Piazza del Popolo a Roma, del 22 gennaio scorso, dove tra l’altro si è data voce all’associazione di tutti gli ambulanti d’Italia, G.O.I.A., sotto la presidenza di Giancarlo Mardozzi. Anche Alessia Ruggeri denuncia il mancato tasso di democraticità del sistema e per questo motivo sarà impegnata in un giro che la vede coinvolta in varie tappe nazionali, tra cui anche le emittenti televisive generaliste di Mediaset e La7.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la deputata del gruppo misto alla Camera Veronica Giannone: “Non posso far altro che esprimere la mia solidarietà ed impegnarmi, per quello che mi é consentito, ad aiutare il popolo delle partite Iva, stremato dal carico fiscale che grava sulle loro attività “. Un chiaro sostengo alla manifestazione che ha visto coinvolti nei giorni scorsi, in diverse città del territorio pugliese, i lavoratori con partita iva, scesi in piazza per protestare proprio contro la pressione fiscale imposta dallo stato sulle piccole aziende.
“Credo fermamente – conclude – che una proposta come quella di Roberta Mazzotta, consigliera e componente di Confimprese, che prevede la possibilità per tutti gli imprenditori di eleggere i propri rappresentanti in Camera di Commercio, eliminando così un ” monopolio” delle associazioni di categoria, possa essere un primo passo per avviare una legge di riforma del settore ormai non più rimandabile “.