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Torna la “Festa della Befana in Carcere”

LECCE – Come ogni anno la Befana arriva nel Carcere di Lecce con qualche giorno di ritardo rispetto al calendario ufficiale, ma immancabile, per una grande festa dei bambini e dei loro genitori. Da giovedì 9 gennaio, per quattro pomeriggi, torna nella Casa Circondariale di Borgo San Nicola il tradizionale appuntamento con la Festa della Befana per i figli dei detenuti e delle detenute, l’iniziativa giunta alla sua ventunesima edizione è promossa dall’associazione di volontariato carcerario Comunità Speranza e sostenuta dalla Direzione Penitenziaria come occasione per celebrare un momento di festa che riunisce e coinvolge tutta la famiglia. Come di consueto i pomeriggi saranno animati da attività, giochi e spettacoli – in collaborazione con i ragazzi e le ragazze dell’Oratorio don Bosco di Campi Salentina e l’associazione Fermenti Lattici – e si concluderanno con la consegna di oltre 300 calze.  Gli appuntamenti proseguiranno venerdì 10, lunedì 13 e martedì 14 gennaio.
L’iniziativa è realizzata con il sostegno di  parrocchie, uffici, associazioni, volontari grazie ai quali è stato possibile confezionare le calze che saranno distribuite ai bambini durante gli incontri. “Particolarmente generoso è stato il contributo della Parrocchia San Bernardino Realino di Lecce, della Pro Loco di Surbo e della CGIL provinciale – dicono i volontari di Comunità Speranza – Alla direttrice del carcere ed agli operatori penitenziari, che hanno sostenuto l’iniziativa e a tutti coloro che ci hanno accompagnato in questo percorso di solidarietà, rivolgiamo i nostri sentiti ringraziamenti”.
La Festa della Befana in Carcere è un’iniziativa che va in direzione di una maggiore attenzione che l’Istituto vuole rivolgere ai bambini che fanno visita al proprio genitore detenuto – afferma la direttrice Rita Russo – Ci stiamo impegnando affinchè i piccoli visitatori (centinaia ogni settimana) arrivino in un luogo non ostile, lo stiamo facendo attrezzando il carcere con spazi e occasioni per i bambini e per le loro famiglie, sposando convintamente proposte e progetti in collaborazione con associazioni ed enti pubblici e privati. Crediamo nella tutela dell’infanzia e nella riconnessione famigliare come potente fattore di riabilitazione sociale dei nostri detenuti“.