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Strage di Nassiriya: “Io ero lì, dobbiamo onorare i caduti”

Ricorre oggi il sedicesimo anniversario della strage di Nassiriya in Iraq, in cui persero la vita 19 italiani, fra cui il Caporal Maggiore dell’Esercito Italiano Alessandro Carrisi, originario di Trepuzzi.

Al di là del commiati di prammatica e della nostra autentica vicinanza alle famiglie di tutti i nostri commilitoni che ogni giorno, in silenzio e con ardore, operano con impegno e sprezzo del pericolo nelle zone di guerra (e non solo), preferiamo lasciare spazio a queste parole di Alessandro De Filippi. Parole da scolpire nel cuore di ognuno di noi. Perché questo è un Paese che dimentica troppo in fretta i suoi figli migliori.

“E tutto cambiò. Almeno per me che ero lì. Ricordo che dormivo e fui svegliato dallo spostamento d’aria. Spalancò e richiuse violentemente la porta in legno che separava il deserto dal nostro “alloggio”. Fuori il Mondo Vero, dentro tanti … “poco più che ragazzi” anche se addestrati e pronti a tutto pur di portare avanti gli ideali che avevamo. L’Italia partecipa attraverso la missione “Antica Babilonia”.
Troppi caduti. Inchieste, interne ed esterne, civili e militari. Polemiche tante, troppe.  Insomma, troppa speculazione e propaganda sui caduti e poca azione. Sono ottimista, ma inizio seriamente a pensare che non farò in tempo a vedere cambiamenti seri. In un periodo storico come questo, veniamo attaccati da chiunque, ovunque, con qualsiasi mezzo, ogni santo giorno. E cosa facciamo? Diamo i permessi premio agli assassini e dimentichiamo le vittime del dovere. Abbiamo una mentalità troppo all’Italiana. Non potendo fare nulla su tutto il resto.

Io non posso fare altro. Quindi esorto tutti i “professionisti della sicurezza” ad approfittare di ogni occasione utile e di attivarsi autonomamente senza aspettare qualcuno che li obblighi ad addestrarsi, che li obblighi ad imparare alla perfezione come funzionano le attrezzature di reparto, dotazioni individuali, le armi, come ci si muove in situazioni sotto stress, come affrontare scenari e soggetti problematici. Non aspettate che qualcuno vi obblighi a tenervi in forma, ad aggiornarvi sulla realtà attuale, giurisprudenza, psicologia, abitudini, religioni, e potrei continuare e scrivere 2 libri. Quindi, fate ciò che dovete fare o cambiate mestiere. Sarebbe già ottimo come inizio. Oggi, solo un pensiero. Onorare i caduti”.