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Ilva, Lezzi: “E’ un bluff di Arcelor Mittal”

Foto Renato Ingenito/LaPresse08-11-2018 Taranto, ItaliaCronacaTaranto, fine di un'era: l'insegna di ArcelorMittal sostituisce quella IlvaNella foto: la nuova insegna ArcelorMittal

TARANTO – Una bomba ecologica e sociale. Mentre la politica si affanna a recitare il solito copione fatto di accuse reciproche e di attacchi all’arma bianca, ci si dimentica del vero problema legato all’Ilva: la salute dei cittadini. Lo meritano i tarantini. Lo meritano soprattutto i bambini che vivono attorno all’area del siderurgico. Qualunque soluzione dovrà necessariamente passare dal benessere di Taranto e dei tarantini. Tutto il resto è aria fritta. Lo sono soprattutto le dichiarazioni e i talk show salottieri (ai quali paradossalmente non siedono politici e giornalisti tarantini) che servono solo a surriscaldare gli animi aprendo sterili discussioni. Sull’argomento è intervenuta poche ore fa l’ex ministro Barbara Lezzi in riferimento al disimpegno di Arcelor Mittal: “E’ solo un bluff”, ha tuonato la senatrice dei Cinquestelle. “Evidentemente – ha aggiunto –  la multinazionale indiana, sta bleffando. Lo scudo penale non è nel contratto e non serve. Ci sono già l’articolo 51 del codice penale e la 231″: Barbara Lezzi non arretra di un millimetro rispetto alle precedenti posizioni politiche. E si dice pronta anche a far cadere il governo: “Sono disposta nella misura in cui si parla della tutela della salute di un intero territorio che coinvolge migliaia di cittadini. Ma credo che non serva affatto perché tutta la maggioranza è disposta a cercare una soluzione che coniughi l’industria e la vita delle persone”.

Intanto il premier Conte fa la voce grossa: “Faremo di tutto per far rispettare gli impegni”; ha affermato con fermezza al termine di un incontro con il vertici aziendali protrattosi per oltre tre ore. Linea dura, dunque, ma da Palazzo Chigi trapela anche la possibilità di riaprire allo scudo penale per Arcelor Mittal. Insomma, la partita resta ancora tutta da giocare. E il rischio che a dettare la linea sia, ancora una volta, il dio danaro, e non certo la salute dei cittadini.