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Latitante in fuga grazie al suocero, in manette due neretini

SANT’ISIDORO – Nel tardo pomeriggio di ieri gli agenti della squadra di Polizia Giudiziaria e della sezione volanti del Commissariato di Polizia di Stato di Nardò, hanno eseguito un duplice arresto a Sant’Isidoro.

In manette Sandro Mirra di 44 anni, noto pluripregiudicato sul quale pendeva una condanna definitiva con pena detentiva a 6 anni 1 mese e 8 giorni e Antonio Carafa 71 anni, accusato di favoreggiamento personale, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione illegale di arma da guerra.

Le ricerche del Mirra avevano avuto inizio il 21 ottobre quando, ricevuta la notifica della misura cautelare, si era allontanato dall’abitazione e non aveva più fatto ritorno.

Con la complicità del suocero Antonio Carafa, Mirra era riuscito a far perdere le proprie tracce, evitando l’arresto, rifugiandosi nella villetta di campagna di proprietà del familiare sita in Sant’Isidoro.

Nel corso del servizio, notata la presenza degli agenti, Carafa si è opposto con fermezza con l’intento di ostacolare l’attività di polizia e favorendo la fuga del genero. Il tentativo di darsi alla macchia, a piedi, del Mirra è fallito immediatamente, grazie all’intuito degli agenti che avevo preventivamente circondato l’abitazione.

Viste le circostanze, è stata eseguita un’attenta perquisizione della villetta, durante la quale è stata rinvenuta all’interno dell’armadio della camera da letto, oltre agli effetti personali e oggetti per la pulizia personale del Mirra, una bomba da mortaio da 81 millimetri, modello M53.

A tal proposito Carafa ha riferito spontaneamente di esserne in possesso da diverso tempo. L’ordigno è stato prontamente disinnescato dal Nucleo Artificieri di Brindisi, che ha poi provveduto alla conservazione.

Sentito il pubblico ministro di turno, Mirra è stato accompagnato alla Casa Circondariale “Borgo San Nicola di Lecce” mentre per Carafa sono stati disposti gli arresti domiciliari.