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Bagni pubblici, “la situazione è disastrosa”

 

LECCE – I bagni pubblici di Viale Marconi sono in condizioni scandalose e risultano chiusi da diversi giorni. Quelli di Via Cavallotti non sono mai stati ristrutturati, benché le promesse dell’Amministrazione Comunale, e sono ancora chiusi”. La denuncia è del consigliere comunale Andrea Guido che attacca frontalmente Palazzo Carafa. Nel mirino anche i nuovi bagni realizzati all’interno della Villa Comunale che seguono gli orari di apertura e di chiusura del parco e che, di fatto, “sono già inaccessibili con le prime ore della sera, mentre quelli del’ex Convento dei Teatini sono stati sottratti alla disponibilità del pubblico e quelli di via Arte della Cartapesta risultano puntualmente indisponibili proprio negli orari in cui servirebbero di più, ovvero nelle ore serali e notturne”. Insomma, un lungo cahier des doleances quello prospettato da Guido che rileva anche la situazione di degrado e malfunzionamento in cui si trovano tutti gli altri bagni delle periferie. “La situazione, oggi, è disastrosa – afferma il consigliere comunale di Fratelli d’Italia – Lecce deve dotarsi di servizi igienici moderni, in quanto questo è un aspetto essenziale per una città turistica ed è inconcepibile che, con il flusso di persone che la frequentano, sia attualmente carente e inefficiente sia dal punto di vista del numero delle ritirate disponibili sia da quello della possibilità di fruizione in termini di orari”.

Guido, inoltre, ricorda che con la depenalizzazione degli atti contrari alla pubblica decenza, a partire dal 2016, chi espleta un bisogno fisiologico in un luogo pubblico rischia una multa da un minimo di 5 mila ad un massimo di 10 mila euro. Ma ciò non è mai stato un grosso repellente per gli avventori della città barocca, specie in centro, nelle ore notturne. Secondo lì’esponente di Fdi. “l’assessore ai Lavori Pubblici e l’Amministrazione tutta, a mio avviso, anziché perdere tempo sui social con messaggi autoreferenziali e atteggiamenti di spicciolo e popolare buonismo, dovrebbero riprendere il contatto con la realtà e considerare le esigenze della vita di tutti i giorni dei cittadini comuni e degli operatori commerciali del centro sui quali spesso ricadono le conseguenze della carenza dei bagni pubblici”.