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“Tap? Autorizzazioni illegittime, avevamo ragione noi”

ROMA – “Sono passati pochi mesi da quando insieme ai colleghi Rossella Muroni, Maurizio Buccarella, Silvia Benedetti, Gloria Vizzini, Stefano Fassina e Nicola Fratoianni abbiamo presentato un esposto in Procura a Lecce per denunciare le gravi inadempienze compiute da Tap e chiedere il sequestro del cantiere. Oggi, a seguito dell’impegno della Procura di Lecce che ringraziamo per l’importante lavoro che sta svolgendo, sappiamo che ciò che ai tempi abbiamo denunciato è ampiamente confermato”. Ad affermarlo sono Veronica Giannone, Sara Cunial, Carlo Martelli e Saverio De Bonis, parlamentari del gruppo Misto e primi firmatari dell’esposto contro Tap.
“Tap si rivela ancora una volta un progetto incurante degli habitat e dell’ambiente della salute pubblica, dei luoghi in cui sorge e della nostra Costituzione – continuano – Un progetto che non solo ne svilisce l’articolo 41, ma altresì fa carta straccia delle direttive comunitarie in materia di tutela ambientale”.

Secondo i parlamentari è un progetto con cui, “più che l’interesse collettivo dei cittadini, si tutela l’interesse di un’impresa privata che a quanto pare, negli anni, ha avuto il privilegio di bypassare leggi e normative. Con quali diritti? Se ancora ve ne fosse bisogno oggi la situazione è più che mai chiara. Dalle indagini emerge infatti esplicitamente l’illegittimità delle autorizzazioni ministeriali – commentano i parlamentari – si delinea quindi uno scenario che mette in discussioni i presupposti stessi dell’opera e si evidenzia come tutta l’attività preparatoria, la costruzione del tunnel, quella del terminale di ricezione, la posa della condotta, siano state portate avanti abusivamente. Così come era già stato denunciato ampiamente da associazioni, comitati e cittadini che da anni, contro tutto e tutti, lottano sul territorio e così come è stato anche dichiarato il 24 maggio 2019, durante la conferenza stampa “Tap, un caso di ingiustizia climatica” alla Camera dei Deputati dal professore Petrachi, professor Carducci e dal dottor Blonda”.

Ed ecco quindi l’appello finale: “Auspichiamo che la politica, ad oggi inerme se non complice, a tutti i livelli, dal locale al nazionale, agisca immediatamente per riportare la legalità e ristabilire il primato dell’interesse pubblico in quella terra già troppo martoriata”.