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Ecco la Notte della Taranta che rompe con il passato

 

Di Alessio Prastano

MELPIGNANO – Ci siamo. Si stanno per accendere i riflettori su Melpignano, sul palco più importante dell’estate salentina e mediterranea. La ventiduesima edizione del concertone finale de “La Notte della Taranta” sarà all’insegna dell’eco sostenibilità e tutela dell’ambiente. Due concetti ribaditi a gran voce da Massimo Manera, presidente della Fondazione Notte della Taranta, e da Nunzio Cirino Croccia (Legambiente Italia).
La tematica ambientale avrà l’obiettivo di recuperare quattro oasi del Mezzogiorno d’Italia, potendole cosi rendere accessibili a bambini, anziani ed ai portatori d’handicap. Si tratta dell’oasi dei Variconi a Castel Volturno (Campania), Foce cavone a Pisticci (Basilicata), Dune di Sovereto a Isola Caporizzuto (Calabria) e Torre Squillace nella marina di Nardò (Puglia). Per questo motivo, verrà attivato un numero al quale si potranno fare delle donazioni, durante l’intera serata del concertone e fino al 26 agosto. “Quello cominciato con La Notte della Taranta, è un percorso agli inizi, che negli anni porterà il concertone a trasformarsi in una vera e propria eco festa- sostiene Croccia – Piatti e bicchieri saranno in materiale bio compostabile. Ciò porterà la Notte della Taranta ad essere il primo grande festival che azzera la plastica monouso”.
È un concertone nuovo, quello che comincerà tra poche ore all’ex convento degli Agostiniani. È una Taranta evoluta, cresciuta, rinata, che sa rompere con il proprio passato, rivelandosi in una veste attuale ed al passo con i tempi, come ha tenuto a precisare il direttore artistico Daniele Durante: “Se la radice parte dal tradimento, allora bisogna saper tradire. Proprio per tale motivo, la musica popolare salentina va tradita consapevolmente per avere nuove proposte, che si intersecano nella coralità”.
Il concertone che rompe con il passato, tanto da far apparire assordante l’assenza di Antonio Castrignanò, magistrale interprete del brano “Aria caddhripulina”. E guarda perennemente all’inclusione tra diverse culture, all’unione tra svariati ritmi musicali: dal rap di Gué Pequeno alla voce melodica di Elisa, che ricorda le sue origini salentine nei nonni di Gallipoli.
Durante la conferenza stampa di presentazione, seguita in diretta da Salentolive 24, l’artista veneta ha descritto questa serata come “un viaggio studio”, stupendosi positivamente della “propensione alla modernità sana che mi fa ben sperare. Questo è un ponte sano e fertile, con le radici pronte ad essere sperimentate nella modernità”.
Sperimentare, per addentrarsi dentro ad un territorio dai connotati sconosciuti. Lasciare la storia, abbandonarla e tradirla, per poter avere l’opportunità di proporre, regalare quella sana dose di novità, che sa tanto di emozione. La stessa che intende trasmettere il violinista internazionale Alessandro Quarta, autore di un nuovo singolo, suonato in anteprima proprio questa sera: “Si chiama Lu core miu tie sinti beddha mia, ed è dedicato alla terra salentina in senso femminile. La sensazione che si prova – continua Quarta – è quella di sentirmi poggiato sul ventre della mia mamma, che è il Salento”.
Emozionato ed onorato di “salire sul palco più grande d’Europa”, Alessandro Quarta si propone di arrivare ai giovani attraverso la sua musica classica, convinto che: “Senza innovazione non avremmo la vera arte. Occorreavere il coraggio di cambiare, lo stesso coraggio di quei 300 che vinsero contro un milione”.
Sarà la notte della pizzica, che Elisa afferma umilmente di non saper ballare. Sarà la pizzica che, secondo l’assessore regionale all’Industria turistica e culturale Loredana Capone, “unisce culture, comunità, migranti”. La pizzica, definita dal Governatore Michele Emiliano come “il cuore d’Italia, in grado di sintonizzare il battito della musica con il cuoregrande e straordinario, che tiene insieme idee e culture diverse senza nessun limite”.
Sarà la ventiduesima edizione del Concertone de “La Notte della Taranta”, pronto ad accendere i propri riflettori, trasformando Melpignano in una finestra aperta sul Mediterraneo e su tutte quelle vite che vedono nella pizzica un senso di folgorazione e liberazione.