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“Vorrei essere come sono”, come ribellarsi alla violenza

 

“Vorrei essere come sono” è il titolo del nuovo romanzo di Piera Giordano, edito da I Quaderni del Bardo di Stefano Donno. Un libro toccante, che racchiude nel titolo stesso un messaggio positivo, una frase che esprime la speranza, la fiducia nel futuro, l’accettazione totale di se stessi, nonostante le paure, i timori, i segreti. 

Ed è proprio un segreto atroce quello che incide sulla giovane esistenza di Linda, la protagonista di questo romanzo che, nonostante tratti temi impegnativi, prende il lettore pagina dopo pagina, grazie anche allo stile interessante con cui viene narrato. Una lettura che sembra essere indirizzata verso il mondo femminile, ma che in realtà interessa anche quello maschile. 

Linda è un’adolescente agli occhi di tutti strana, con atteggiamenti autolesionisti, un modo di vestire che non passa inosservato e che vive in un mondo tutto suo. Il suo comportamento, però, non è casuale, ma è frutto di una situazione drammatica che Linda vive sin da piccola: la violenza sessuale infertale quotidianamente dal nonno. La famiglia, il luogo dove ognuno dovrebbe sentirsi al sicuro e protetto, lontano da ogni pericolo, è, invece, per la ragazzina  la fonte di tutti i suoi disagi. Non solo è costretta a convivere con il nemico, ma addirittura non trova sostegno né nei genitori, né nella nonna. Eppure le altre donne della famiglia sanno, eppure non l’aiutano, anzi. Figure femminili assolutamente negative, che si contrappongono a quelle positive che fortunatamente Linda incontra. Amiche che le esprimono quell’affetto e quella comprensione che le vengono negati da chi l’ha messa al mondo. In particolare, fondamentale è il personaggio di Francesca, la professoressa di lettere di Linda che percepirà il suo disagio e farà di tutto per farla uscire da quel dramma e sconfiggere quel “tarlo” sempre presente nella testa della ragazza. La donna capirà la richiesta di aiuto e la ribellione che si nascondono dietro ai suoi atteggiamenti inusuali e a volte provocatori, portandola a fidarsi nuovamente di chi le sta accanto.

 A dare rifugio a Linda, c’è poi la musica, quella suonata da Kurt Cobain, leader dei Nirvana, l’amico immaginario, l’unica personaggio maschile che ha una funzione positiva e che aiuta la ragazzina a sopportare il “tarlo” che la divora giorno dopo giorno. 

In questo libro si incontra, infine, un mondo femminile variegato, fatto di donne segnate da storie di violenza di diverso genere: fisica, sessuale e psicologica. E qui bisogna riconoscere all’autrice due meriti: quello di aver messo in risalto soprattutto gli abusi psicologici, di cui spesso si parla poco, e quello di affrontare ogni aspetto della violenza con garbo e delicatezza, trasportando efficacemente il  lettore all’interno della sofferenza, senza utilizzare scene o toni forti che possono disturbare.

 “Vorrei essere come sono” è una storia che commuove, che fa riflettere e comprendere quanto sia importante che le donne vittime di violenza trovino la forza di uscire dalla loro condizione disumana, combattendo anche la solitudine. È la solidarietà, quella che Francesca, anche lei vittima di violenza fisica, offre a Linda, a irrompere in un qualcosa che sembrava ormai senza  fine, e che, invece, riesce a essere distrutto proprio grazie all’aiuto di chi ha saputo già affrontarlo e vincerlo in passato.