1

Droga, armi, estorsioni, omicidi: scacco al clan mafioso

 SCORRANO – Blitz antimafia all’alba di oggi da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Lecce: trenta ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti di altrettanti esponenti. Nell’operazione – denominata “Tornado” – è indagato anche il sindaco di Scorrano, Guido Stefanelli, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: avrebbe favorito la gestione dei parcheggi a pagamento in città e quella di un chiosco all’interno di un parco pubblico.

Al termine di una complessa indagine, durata quasi due anni, i carabinieri sono riusciti a dare scacco matto ad un’organizzazione mafiosa che operava nella città di Scorrano e in comuni limitrofi, certificando connessioni e legami con la Sacra Corona Unita. A capo del gruppo definito emergente ma strutturato alla stessa stregua degli storici gruppi malavitosi salentini, c’era Giuseppe Amato, detto Padreterno, ex basista del clan Tornese di Monteroni. 

Droga, armi, estorsioni, intimidazioni di ogni tipo e anche un omicidio, quello di Mattia Capocelli, ucciso a Maglie lo scorso 24 aprile. Per un giro di affari che si aggira attorno al mezzo milione di euro all’anno. L’attività criminale del gruppo di fuoco era incessante, tanto da mettere sotto giogo un intero territorio. Non a caso il Comandante provinciale dei carabinieri di Lecce ha parlato di una sorta di coprifuoco con cui era costretta a convivere la comunità di Scorrano, e non solo. I cittadini, intimoriti per possibili rappresaglie, non hanno mai denunciato alcunché. D’altronde sono numerosi gli episodi accertati dai carabinieri nei quali si sono registrate violente spedizioni punitive nei confronti di chi provava a non allinearsi ai diktat dell’organizzazione criminale che deteneva l’assoluto monopolio della droga sul territorio. Nel mirino sono finiti anche alcuni clienti che avevo deciso di rifornirsi della sostanza stupefacente attraverso altri canali. Un modus operandi spregiudicato e violento, che finiva per far tornare sui propri passi le vittime. 

L’indagine – scattata nel settembre del 2017 in seguito all’incendio di alcune autovetture – è stata condotta dal Nucleo operativo e radiomobile della compagnia carabinieri di Maglie  e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Ventisette le persone arrestate (17 in carcere e 10 ai domiciliari), sette indagate a piede libero.

Gli arrestati sono indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, danneggiamento seguito da incendio, detenzione abusiva di armi e di materie esplodenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione, minaccia aggravata, porto abusivo di armi, sequestro di persona e violenza privata. Ad emettere le ordinanze di custodia cautelare è stato il gip Cosi su richiesta dei sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia di Lecce Cataldi e Valle fuoco.