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Otranto/ Convegno: Il mistero di Serafino da Squillace

Si è tenuto ieri, presso la sala triangolare del castello aragonese di Otranto un interessante convegno intitolato Il mistero di Serafino. I relatori, di alto prestigio, a vario titolo, hanno contribuito ad affrontare la figura di Serafino da Squillace giunto a Otranto al governo dell’arcidiocesi nel 1481, ovvero subito dopo la riconquista della città da parte degli Aragonesi, e sino alla sua morte avvenuta nel 1514. Il primo intervento, quello di Francesco D’Andria, archeologo di fama mondiale, professore emerito dell’Unisalento e accademico dei Lincei, ha avuto come oggetto il ritrovamento di una serie di frammenti fra cui molti contenenti un’iscrizione in latino. Il secondo intervento è stato quello di un altro archeologo, Pio Panarelli, il quale ha trattato un argomento altrettanto interessante quanto originale dal titolo Rubricare le iscrizioni. Punto apicale della serata è stato, a detta di molti dei presenti, l’intervento della dott.ssa Clara Gelao, già direttrice della Pinacoteca Provinciale di Bari e storica dell’arte di fama ampiamente riconosciuta; esso è stato relativo ai restauri e agli interventi compiuti da quell’arcivescovo sulla cattedrale e in particolare il portale settentrionale di quel prestigioso edificio sacro. Soprattutto, però, compito della medesima studiosa è stato quello di studiare le epigrafi seicentesche rinvenute dal prof. D’Andria e avanzare un’ipotesi circa la loro provenienza. La conclusione cui è giunta Clara Gelao è quella di trovarsi davanti ai frammenti del portale, precedente l’attuale, della cattedrale otrantina, forse addirittura una soluzione scultorea mai effettivamente montata in situ. Non tutti, però, sono stati d’accordo sulle conclusioni della studiosa. A tal proposito si segnalano due articoli: uno relativo al portale settentrionale (http://www.salentolive24.com/2019/04/04/leccecultura-per-le-arti-e-per-la-storia/amp=1) che corregge ed amplia l’analisi della storica dell’arte; l’altro dedicato proprio a quelle epigrafi, in esso si avanza l’ipotesi che quelle iscrizioni provengano dalla chiesa otrantina, oggi non più esistente, di San Giovanni Battista (http://www.salentolive24.com/2019/02/17/otranto-scoperte-voci-dal-passato-il-mistero-delle-epigrafi/amp=1).