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Il 7 gennaio è il d-day del Piano di risanamento economico del Comune

LECCE – I numeri sono da brividi. Sono quelli snocciolati in conferenza stampa dal sindaco Carlo Salvemini: “Al 31 dicembre del 2018, il Comune di Lecce registra un disavanzo totale stimato di 72.935.074. È la somma delle spese effettive che negli anni scorsi il Comune ha sostenuto in più rispetto alle entrate effettive”. Un quadro a tinte fosche per Palazzo Carafa. E ora, per rientrare dal disavanzo di 31 milioni 400mila euro, il Comune dovrà impegnare un ulteriore recupero di circa 2.800.000 all’anno fino al 2033.

La manovra approvata nel 2015 prevedeva il ripianamento di 41.540.051 in 30 anni, risparmiando sul bilancio comunale 1,6 milioni all’anno: obiettivo non centrato a causa delle previsioni errate su riclassamento immobili e spese per il personale. Dal 2015 al 31/12/2017 il Comune ha perso in termini di cassa sulla parte corrente (entrate meno spese) circa 12.600.00 euro. La perdita di cassa annuale è stata di circa 4.200.000 euro, a fronte di un obiettivo di recupero di 1.600.000.

Ma perché si è arrivati a questo punto? Le cause del disavanzo sono molteplici secondo l’Amministrazione targata Salvemini: incertezza nella riscossione dei crediti (Tari, evasione fiscale, multe); necessità di garantire pronta copertura dei debiti (fornitori, Lupiae, personale, mutui); ricorso sistematico all’anticipazione di cassa, fino a 365 giorni nel 2017, per un importo di 32 milioni. Un filo rosso che lega indissolubilmente questi fattori. “Altro che bilancio inattaccabile”, hanno affermato a muso duro il sindaco Salvemini e il suo vice Delli Noci che contrattaccano il centrodestra leccese.

Salvemini indica la strada per uscire dal pantano economico: aumento dello 0,1% dell’addizionale Irpef (1 milione l’anno dal 2019); aumento Tosap temporanea (250mila euro l’anno); corretta applicazione del regolamento sui passi carrabili (200mila euro l’anno); contrasto all’evasione fiscale (Tares/Tari, Imu/Tasi, imposta di soggiorno).

Una strada impervia che resta sotto i riflettori della Corte dei Conti. Ma la rinuncia al Fondo di rotazione da parte del Comune evita di innescare una serie di clausole, tra cui i tagli in busta paga a dipendenti e dirigenti comunali.

L’unica cosa certa è che 31 milioni 400mila euro di disavanzo dovranno essere ripianati nel giro di quindici anni. Il Piano finanziario pluriennale del Comune di Lecce approderà in aula il prossimo 7 gennaio per l’approvazione. In caso contrario si andrà inevitabilmente al dissesto.