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Alla ricerca della sinistra perduta

 

Sembra un vecchio ritornello che ogni tanto torna di moda. In questi giorni si è riaperto il dibattito sulla sinistra e sulla possibilità che la sinistra torni ad essere unita. Raggruppando sotto un unico simbolo l’intero arcipelago frammentato che si muove – a volte autonomamente e maldestramente – a singhiozzo e senza un progetto politico di grande respiro. C’è bisogno di più sinistra, anzi di sinistra. Il Pd di Renzi è riuscito nell’impresa di mandarla in soffitta, come un ferro vecchio che non serve più. Leu ha provato a dare una risposta ad un vuoto di idee e di partecipazione alla vita democratica. Risposta rivelatasi insufficiente. Non basta ripartire dal basso senza coinvolgere realmente le nuove generazioni. Un movimento ha bisogno di solide fondamenta per consolidarsi e organizzarsi. Lo sanno bene D’Alema e Grasso che di Liberi e Uguali sono stati i veri protagonisti. Ora però ci vuole ben altro. Occorre un salto di qualità. Leu può diventare il motore della nuova sinistra che prova a farsi largo in un Paese dove convivono estremismi e populismi. A patto di ritrovare le ragioni che hanno fatto della sinistra una bandiera da sventolare al fianco dei lavoratori, degli ultimi e di chi rivendica a giusta ragione equità sociale e fiscale. Ricostruire la sinistra non solo è possibile ma è anche necessario per offrire un’altra prospettiva ai cittadini costretti a scegliere tra le spinte anti sistema dei Cinquestelle – parzialmente ravvedutisi da quando sono al governo – e le boutade e le urla salviniane in salsa demagogica e razzista, buone per distogliere l’attenzione da problemi più pressanti. D’altronde Cinquestelle e Lega non hanno fatto altro che occupare spazi lasciati liberi da altre forze politiche, incapaci di dare risposte concrete a bisogni reali. Il tempo delle favole è finito. Il centrosinistra, con il trattino o senza, ha bisogno di una sinistra vera per essere più credibile e meno salottiera. Ha bisogno di ritrovare le ragioni della sua storia. Senza infingimenti. Senza ipocrisie. Senza inutili unanismi che alla lunga si trasformano in un boomerang.   Riusciranno i nostri eroi a ridare identità (e smalto) alla sinistra?