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La partita speciale di Bovo: «Palermo è casa ma voglio batterli»

LECCE – In una carriera ci sono squadre che rimangono maggiormente nell’anima e nella testa di un calciatore. Per Cesare  Bovo, Lecce e Palermo hanno segnato dei momenti fondamentali che in questa settimana riaffiorano in modo inequivocabile. Nel Lecce Bovo ha esordito tra i professionisti in due campionati che hanno messo in evidenza le doti da calciatore del prodotto del vivaio della Roma; nel Palermo il difensore ha giocato più di 100 gare tra Serie A, Coppa Italia e Europa League, disputando forse le sue migliori stagioni in carriera. «Palermo è come se fosse casa, visto che lì ho fatto famiglia.» Afferma subito il giocatore. «Lì ho amici e quando posso torno in Sicilia. Con il Lecce ho giocato il mio primo campionato da professionista e proprio battendo i rosanero, siamo saliti in A. Ricordo ancora il clima di quella partita e l’atmosfera nello stadio».

Quella di domenica non sarà una gara qualunque, ma per Bovo è importante proseguire il percorso di crescita di squadra. «Il Palermo è una squadra che punta alla promozione e ha giocatori molto pericolosi in fase offensiva. Sarà una partita difficile, ma noi dobbiamo cercare di fare nostri i tre punti per dare continuità al momento che stiamo vivendo. Siamo all’inizio di un percorso di crescita e sino ad ora abbiamo dimostrato di poter far bene in questa categoria. E’ presto però per tirare le somme. Adesso avremo un ciclo di gare importanti dove affronteremo squadre che puntano alla promozione, Palermo, Pescara e Crotone o che stanno in periodo di forma molto buono, come è il Foggia, e dove avremo poco tempo per rifiatare».

Infine Bovo parla del suo inserimento in squadra e della sua attuale condizione fisica. «Mi ha colpito molto l’unità del gruppo perché è fondamentale questo ingrediente per far bene in B. Basta vedere il Pescara che anche lo scorso anno aveva le potenzialità per l’alta classifica, ma a cui è mancato qualcosa. Spero che la sosta sia stata utile in vista delle prossime sfide. Io non sto ancora bene fisicamente, ma giocare mi aiuta a trovare la condizione che non può ancora essere ottimale anche perché non ho svolto il ritiro».