1

Lupiae, Salvemini: “Nessuna carta coperta”

“Rispondo pubblicamente – considerato il rilievo della questione posta – alle nota diffusa ieri dai consiglieri di Prima Lecce in merito alla delicatissima vicenda Lupiae.

Come ho più volte detto da mesi – lontano dai clamori mediatici – sono impegnato a gestire una situazione di crisi aziendale che mette a rischio il futuro della partecipata e degli oltre 250 lavoratori assunti. Di questo lavoro – svolto in condivisone con il consiglio di amministrazione/collegio sindacale/revisore unico della Lupiae, collegio dei revisori del comune – ho riferito alla commissione Bilancio, al Consiglio comunale, ai sindacati aziendali. Sempre attenendomi ad un dovere di verità, ad un principio di responsabilità, ad un senso delle istituzioni indispensabili quando si è chiamati ad affrontare una questione che è insieme politica, amministrativa, finanziaria, sociale. Non intendo derogare da questo profilo neanche in questa occasione nel quale mi viene rimproverato di affrontare questo passaggio “a carte coperte”. Proprio per rendere conto, spiegare, illustrare, chiarire, precisare gli aspetti molto delicati (in alcuni casi anche tecnicamente complicati) che quotidianamente si susseguono ho fissato da giorni una riunione di maggioranza prevista per questo pomeriggio: occasione ideale per porre domande, avere risposte. Perché oggi 30 agosto? Perché solo oggi mi verrà consegnato – mentre scrivo ancora non è sulla mia scrivania – il bilancio 2017 della Lupiae completo della relazione sulla gestione, della nota integrativa, dei pareri del collegio sindacale e del revisore unico. Nonostante scada a meta settembre il termine di deroga accordatoci dalla Prefettura per l’approvazione degli equilibri di bilancio.

Perché solo domani mi verrà consegnato il piano di risanamento redatto dall’advisor ancora non approvato dagli amministratori della società.

Due tasselli fondamentali per orientarsi in questa intricata vicenda non sono ancora totalmente nella disponibilità dell’amministrazione comunale. 

Non ci sono carte coperte: esse non sono ancora sul tavolo. Non sottovaluto il “grido d’allarme” lanciato dai consiglieri di Prima Lecce né mi sottraggo  alla responsabilità di dare risposte certe e tempestive. La loro preoccupazione è la mia da mesi. 

Purtroppo non esistono soluzioni semplici, facili, scontate, indolori quando si è chiamati a gestire una crisi aziendale pesantissima che dal 2001 ad oggi è costata alle casse comunali – tra ricapitalizzazioni e debiti fuori bilancio – 24 milioni di euro,  con oltre 4 milioni di debiti su un fatturato di 9 milioni, proprietà di un socio unico – lo stesso comune –   chiamato a dover fronteggiare una nuova perdita di circa 1 milione 400 mila euro avendo esso stessa una situazione finanziaria pesantissima da gestire.

Proprio per condividere insieme queste responsabilità e esaminare insieme gli atti di bilancio della Lupiae invito Antonio Finamore, Laura Calò, Paola Gigante a partecipare alla prevista riunione. E’ nell’interesse comune verificare le soluzioni utili a gestire nel migliore dei modi questa doppia crisi: quella del Comune – socio unico della Lupiae – e quella della società partecipata.

Del resto il Patto per la città sottoscritto a febbraio è un accordo programmatico che individua obiettivi ai quali ci siamo reciprocamente impegnati. E che abbiamo sottoscritto consapevoli che governare non è tanto una passeggiata in discesa quanto un percorso in salita, spesso faticoso. Oggi siamo chiamati ad affrontare un passaggio molto stretto che richiede pazienza, forza, coraggio. E la volontà di affrontarlo insieme. Per questo dico: partecipate all’incontro di oggi che serve a tutti noi. C’è chi pensa dentro e fuori Palazzo Carafa che sia meglio mandare a casa questa amministrazione: è una valutazione legittima. Che va naturalmente ben argomentata da chi la ritiene anche la più utile per il Comune e cittadini, per la Lupiae e i lavoratori.

Noi intanto continuiamo a lavorare esclusivamente guidati dall’interesse pubblico. 

E a rendere conto delle nostre scelte”.